L’esercito israeliano ha compiuto l’ennesima strage a Gaza, colpendo una scuola utilizzata dai civili come rifugio nel centro della Striscia. Nella serata di mercoledì 11 settembre L’IDF ha infatti bombardato l’edificio scolastico di al-Jaouni, all’interno del campo profughi di Nuseirat. Secondo l’UNRWA – Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi – la struttura era utilizzata come rifugio da migliaia di sfollati. Nel bombardamento sono morte 18 persone, mentre altre 18 sono state ferite. Tra i morti, ci sono almeno 6 operatori dell’UNRWA: la stessa agenzia ha riferito che si tratta della più grave strage di operatori ONU nell’ambito di un singolo attacco dal 7 ottobre a oggi. L’esercito israeliano ha come al solito giustificato l’accaduto affermando di aver condotto «un attacco preciso» contro «i terroristi che operavano all’interno di un centro di comando e controllo di Hamas».
Secondo l’UNRWA, circa 12mila palestinesi sfollati erano rifugiati ad al-Jaouni quando le forze israeliane hanno effettuato due attacchi aerei sull’edificio. Oltre ai 6 membri del personale dell’UNRWA, tra le vittime del raid contro la scuola – che dallo scoppio del conflitto è già stata colpita 5 volte – ci sono anche donne e bambini. «All’improvviso c’è stata una grande esplosione, donne e bambini sono stati fatti a pezzi. Ci siamo precipitati a vedere i nostri bambini ma li abbiamo trovati fatti a pezzi», ha raccontato ad Al Jazeera un sopravvissuto. Durissima la reazione dell’ONU: «Quello che sta accadendo a Gaza è completamente inaccettabile – ha dichiarato il direttore generale dell’Onu Antonio Guterres su X -. Una scuola trasformata in un rifugio per 12 mila persone è stata colpita dagli attacchi di Israele. Sei nostri colleghi dell’UNRWA sono fra le vittime. Queste drammatiche violazioni della legge umanitaria internazionale devono fermarsi ora». Nel mese di agosto, l’IDF aveva lanciato almeno altri 16 attacchi contro le scuole-rifugio di Gaza. Il sistema scolastico della Striscia è stato completamente disintegrato dall’offensiva israeliana: 10.119 studenti e 413 membri del personale scolastico sono stati uccisi, mentre quasi 16mila alunni e 2.451 insegnanti sono stati feriti. Sono invece ormai 625mila gli studenti di Gaza che non hanno più accesso all’istruzione formale. Almeno l’85% degli edifici scolastici (477 su 564) è stato direttamente colpito o danneggiato e necessita di una ricostruzione completa o di una intensa riabilitazione.
Come quest’ennesimo attacco ha nitidamente dimostrato, gli operatori umanitari sono tra i principali obiettivi del fuoco dell’esercito israeliano. Al momento, quelli che hanno perso la vita nella Striscia di Gaza sono almeno 296. Tra questi vi sono 214 membri dell’UNRWA. Negli ultimi mesi, l’agenzia è stata colpita da accuse pretestuose da parte di Israele, che ha affermato che, tra le sue file, figurerebbero decine di dipendenti legati ad Hamas e a varie associazioni terroristiche. Tuttavia, secondo quanto riportato da un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato al termine di indagini durate più di due mesi, Israele non ha fornito alcuna prova a supporto delle affermazioni fatte, che risultano a oggi prive di fondamento. Vi è poi un’altra categoria di testimoni diretti delle atrocità del conflitto che ha subìto in maniera estremamente impattante gli effetti della guerra: quella dei giornalisti. A fine agosto, il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha reso noto che sono 161 gli operatori dei media uccisi a Gaza e in Cisgiordania dal 7 ottobre 2023, mentre altri 186 sono rimasti feriti e 51 sono stati arrestati dalle forze israeliane.
[di Stefano Baudino]
Speriamo che in America i cittadini si sveglino e votano per Kennedy
ASSASSINI DE MIERDA!