Mi stendi un tappeto di sabbia
principe oscuro del golfo
e gonfi di sole
il mio difficile andare.
Camminiamo
per una meta che non sappiamo,
la bufera
ieri sera ha spinto dal mare
legni perduti nel tonfo
dell’onda.
Sulla mia sponda il faro
resiste di una luce tardiva,
nessuno sfida davvero la riva
ognuno attende un ritorno sereno,
l’oggi mi è qui
come un leggero dolore
che offre memoria
alle prossime ore.
Non è stasera che partirà la mia nave
volgendo a un tramonto ancora lontano,
sentirò prima l’eco di un congedo,
il tuo,
che invade questa notte
affondata silente nel domani.
Fammi perdere ogni memoria inutile rendimi quieta la sorpresa
di un’alba che esplori ogni attesa
e nessun sogno escluda…
[di Gian Paolo Caprettini]