Anche tu ti sei messo in viaggio, Alberto e ora, senza più sofferenza, ma con la invincibile forza di volontà e la franchezza di sempre, affettuoso verso gli amici ma implacabile con i prepotenti, stai camminando nell’”oltre”. È la nostra generazione che se ne va, quella nata nella seconda metà degli anni quaranta, quando il paese ricominciava faticosamente a vivere, stretto tra le macerie del passato e la costruzione faticosa del futuro. Di quel mondo povero ma solidale ci portiamo dentro i ricordi e, insieme, la meraviglia di sentire nelle nostre mani la possibilità e l’urgenza di realizzare un mondo più giusto e più vivibile per tutti.
Questa nostra Valle di Susa rappresentava uno spaccato speciale di quel mondo: ecco la ragione per cui, nei primi anni settanta, scelsi di iniziare qui il mio lavoro di insegnante, in questo territorio dove le lotte operaie e contadine , la resistenza antifascista, l’internazionalismo, l’opposizione alla guerra e al militarismo non erano solo memoria di un glorioso passato, ma istanze più che mai vive e indispensabili alle lotte presenti: le mobilitazioni contro la chiusura dei cotonifici , l’opposizione alle prime delocalizzazioni industriali; il NO all’industria della guerra (memorabile, alla Moncenisio di Condove, il rifiuto unanime dei lavoratori alla fabbricazione di armi) .
Il vento portava in Valle l’eco delle lotte studentesche, la voce e l’aria pulita dell’internazionalismo terzomondista, le istanze della teologia della liberazione, una nuova sensibilità per la difesa della salute e dell’ambiente.
I giovani si organizzavano: il collettivo operai-studenti , il movimento degli obiettori di coscienza al servizio militare, il movimento per la laicità della scuola.
In questo clima nacque Dialogo in Valle, un periodico mensile autoprodotto e senza pubblicità: un dialogo, appunto, tra storie diverse, una ricerca coraggiosa e rigorosa, una strada percorsa insieme verso l’obiettivo comune della giustizia sociale e ambientale. La redazione di Dialogo in Valle si riuniva a casa di Bianca e Alberto: fu quella l’occasione che mi fece conoscere loro, le due piccole figlie e i gatti già allora fedeli compagni della loro vita.
Nella lotta NO TAV ho ritrovato Alberto, Bianca e, insieme, lo spirito di quegli anni lontani, le istanze di liberazione, il rigore della ricerca e la molteplicità delle storie e delle esperienze, risorsa preziosa per la lotta comune.
Rispetto reciproco, spirito critico, bisogno di confronto e, soprattutto, affetto.
Così abbiamo collettivamente resistito e abbiamo visto crescere, al nostro fianco, una nuova generazione forte e gentile, capace di sacrificio e di allegria: tenace e imprescindibile come te, Alberto.
Senza di te, è già più dura, ma il tuo ricordo non muore e ci sosterrà ancora, sempre!
A Bianca un grande, abbraccio, da sorella a sorella.
[di Nicoletta Dosio, – storica militante del Movimento No TAV, condannata ai domiciliari per aver partecipato a una manifestazione pacifica del Movimento, ma rifiutandosi di sottostarvi per protesta, Nicoletta è stata imputata di almeno 130 evasioni, che le sono valse la condanna a oltre un anno di carcere]
Che la terra ti sia lieve, compagno Alberto.