lunedì 28 Ottobre 2024

Torino: cadono le accuse contro gli ambientalisti che occuparono Intesa Sanpaolo

La Procura della Repubblica di Torino ha archiviato le accuse contro i sessantacinque attivisti di Extintion Rebellion che lo scorso aprile, mentre si svolgeva il G7 su Clima, Ambiente ed Enrgia, avevano occupato il grattacielo di Intesa Sanpaolo. Secondo quanto dichiarato dal pm e dal gip, infatti, i fatti contestati non hanno rilevanza penale. «Va riconosciuto che non è stata infranta alcuna norma penale» riportano le motivazioni, che smontano così le accuse occupazione, violenza privata e manifestazione non preavvisata formulate dalla Digos.

Sono state numerose le proteste che hanno attraversato Torino durante lo svolgersi del summit del G7, al termine del quale i ministri hanno sottoscritto un documento (la cosiddetta Carta di Venaria) nel quale si impegnavano, tra le altre cose, a «eliminare gradualmente l’attuale produzione di energia da carbone nei nostri sistemi energetici durante la prima metà del 2030 o in una tempistica coerente con il mantenimento di un limite di aumento della temperatura di 1,5°C a portata di mano, in linea con i percorsi net-zero dei Paesi». Una dichiarazione d’intenti quasi surreale, soprattutto alla luce delle performance tutt’altro che encomiabili degli ultimi anni da parte degli attori in gioco sulla questione ambientale. In questo contesto, un centinaio di attivisti di Extintion Rebellion avevano occupato l’atrio del grattacielo di Intesa San Paolo, la quale, scrivono gli attivisti, «dal 2015 a oggi ha sostenuto l’industria fossile con 81,6 miliardi di dollari, risultando nella lista delle prime 40 banche a livello mondiale che finanziano l’espansione nel settore».

Non è la prima volta che accuse di questo genere mosse contro gli attivisti del clima cadono poi dentro le aule di tribunale. Dall’archiviazione delle denunce avanzate contro oltre 70 attivisti di Extintion Rebellion che il 23 ottobre avevano occupato l’ingresso del ministero dei Trasporti al prosioglimento dei militanti di Ultima Generazione che avevano effettuato un blitz agli Uffizi di Firenze (anch’essi accusati di manifestazione non preannunciata e interruzione di pubblico servizio), sono numerose le cause intentate contro attivisti e movimenti sociali che non hanno retto alla prova dei giudici. Marino Careglio, uno degli avvocati che assiste gli attivisti di Extintion Rebellion, ha sottolineato «Tutti i magistrati che sono stati chiamati a pronunciarsi in sede penale in relazione alle manifestazioni di XR hanno ribadito un principio che purtroppo appare ancora necessario affermare con forza: il dissenso pacifico rientra nei diritti costituzionalmente garantiti di libertà di riunione e di libera manifestazione del pensiero».

[di Valeria Casolaro]

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