giovedì 31 Ottobre 2024

La Francia stringe accordi commerciali col Marocco sulla pelle dei Saharawi

Dopo tre anni di tensioni diplomatiche, il presidente francese Emmanuel Macron si è recato ieri, 29 ottobre, in Marocco dove ha ripristinato le relazioni con il Paese dell’Africa settentrionale, firmando una serie di accordi commerciali con Rabat per un valore complessivo di più di dieci miliardi di euro. In un raro gesto di onore verso un ospite straniero, il re Mohammed VI si è recato personalmente ad accogliere il capo dell’Eliseo e la moglie Brigitte all’aeroporto, prima di trasferirsi al palazzo reale marocchino per la firma degli accordi. Il tutto a scapito dei Saharawi, la popolazione del Sahara occidentale che da anni lotta per l’autodeterminazione e l’indipendenza dalla corona marocchina, sostenuta in questo anche dall’Algeria, rivale storica del Marocco. Dopo anni in cui ha assunto un atteggiamento ambiguo per non indisporre Algeri – importante partner commerciale di Parigi – a luglio Macron ha sostenuto le rivendicazioni del Marocco sul Sahara occidentale, aprendo la strada alla riconciliazione con Rabat. «La Francia riconosce un piano per l’autonomia della regione del Sahara Occidentale sotto la sovranità del Marocco come unica soluzione per risolvere un’annosa disputa sul territorio», aveva affermato Macron in una lettera.

In cambio, l’ex potenza coloniale è stata ricompensata con una serie di accordi commerciali per un valore complessivo di oltre dieci miliardi di euro, secondo quanto riferito da alcuni funzionari francesi. Tra questi, un accordo tra l’operatore ferroviario marocchino ONCF e la francese Alstom per l’acquisto di dodici carrozze ad alta velocità, mentre Rabat cerca di espandere una linea esistente più a sud, fino a Marrakech, entro il 2030. Sono stati firmati anche importanti accordi energetici: le aziende francesi Engie e EDF hanno sottoscritto un contratto per espandersi nel settore delle energie rinnovabili, mentre Total Energies ha firmato un accordo sull’idrogeno, anche se non è stato ancora reso noto alcun importo. Inoltre, la compagnia di navigazione CMA CGM ha annunciato investimenti in un terminal portuale marocchino.

Parigi sperava anche che la visita potesse portare a risolvere alcuni problemi legati alle migrazioni, un tema sul quale il governo subisce le pressioni dei partiti di destra affinché aumenti i rimpatri in Paesi come il Marocco. A tal fine, nel 2021, la Francia aveva ridotto il numero di visti rilasciati ai visitatori nordafricani per far sì che i governi facilitassero i rimpatri, ma l’iniziativa ha danneggiato sia il Marocco che la Francia e nel 2022 l’Eliseo ha posto fine alla restrizione sui visti. Rabat è in grado di influenzare i flussi migratori e non sono mancati episodi in passato in cui ha utilizzato questa questione come arma di ricatto politico. Anche per questo, Parigi ha deciso di ripristinare le sue relazioni diplomatiche con il Paese nordafricano, calpestando però il diritto all’autodeterminazione dei Saharawi e, allo stesso tempo, danneggiando i rapporti con un altro partner strategico nella regione, l’Algeria.

Algeri, infatti, sostiene l’indipendenza del Sahara occidentale e quindi il Fronte Polisario, la formazione indipendentista nata nel 1973 che si oppone a Rabat nella disputa sulla sovranità del Sahara occidentale. Quest’ultima è una regione situata a Sud del Marocco, a Ovest dell’Algeria e a Nord della Mauritania, mentre a ovest si affaccia interamente sull’Oceano atlantico. Il territorio è stato sotto l’amministrazione della Spagna fino al 1975, quando Madrid decise di cederne il controllo a Marocco e Mauritania. Le truppe spagnole abbandonarono definitivamente la regione il 26 febbraio del 1976, permettendo così la nascita della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, dichiarata dal Polisario nel 1976. Tuttavia, il giorno dopo, l’esercito marocchino, appoggiato dal governo statunitense, entrò nel territorio conteso, compiendo saccheggi, stupri, violenze e omicidi e obbligando la popolazione alla fuga. Ne nacque un conflitto tra le forze armate di Rabat e il Fronte Polisario che cessò solo quando le Nazioni Unite hanno mediato un cessate il fuoco nel 1991. L’organismo internazionale propose, inoltre, un referendum per l’autodeterminazione dei Saharawi, che però non ha mai avuto luogo per la contrarietà del Marocco. Ancora oggi, dunque, si svolge una guerriglia a bassa intensità tra le due parti. Durante le fasi più cruente della guerra, negli anni Settanta, l’aviazione marocchina bombardò i civili sfollati con napalm e fosforo.

Il Marocco, che rivendica diritti su quello che è un territorio ricco di fosfati, pesca e forse petrolio, ha proposto nel 2007 quello che ha definito un piano di autonomia per il Sahara occidentale, garantendo valori democratici e un’economia liberale favorevole agli investitori. Parigi è uno dei principali sostenitori di questo piano per l’autonomia sotto la sovranità marocchina, al contrario, invece, dell’Algeria che appoggia la proposta delle Nazioni Unite per un referendum con l’indipendenza come opzione. Non a caso, quando lo scorso luglio la Francia ha appoggiato il programma del Marocco, Algeri ha ritirato il suo ambasciatore in Francia. Oltre a Parigi, anche la Spagna, gli Stati Uniti, Israele e le monarchie del Golfo sostengono la sovranità di Rabat sul Sahara occidentale. Al contrario, gli Stati africani sostengono l’indipendenza del territorio conteso, ritenendolo l’ultima colonia del Continente. La Repubblica Democratica Araba Saharawi, del resto, è riconosciuta da molti governi ed è un membro a pieno titolo dell’Unione Africana.

Parigi e gli altri Stati occidentali continuano, dunque, ad assumere un atteggiamento contrario all’indipendenza e all’autodeterminazione dei Saharawi, in nome di interessi politici e commerciali.

[di Giorgia Audiello]

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