Manca solo l’annuncio ufficiale: dopo la chiamata della Pennsylvania dalla maggior parte dei network statunitensi, il candidato repubblicano Donald Trump è a un passo dalla vittoria delle elezioni presidenziali 2024. L’emittente Fox News dà già per vincitore il tycoon, con 277 grandi elettori sui 270 necessari a ottenere la presidenza, mentre CNN, CBS ed ABC gli assicurano oltre 260 voti. Anche la più prudente Associated Press dipinge una vittoria ormai quasi certa del candidato repubblicano, pre-assegnandogli 267 seggi. Da tutti gli exit poll, inoltre, appare certa una maggioranza assoluta repubblicana in Senato, e sempre più vicina quella della camera dei rappresentanti. Sembra prefigurarsi come una vittoria totale, insomma, quella di Donald Trump, che è già salito sul palco del proprio quartier generale elettorale a West Palm Beach per ringraziare i propri sostenitori e reclamare la vittoria. Nel frattempo, dai vari leader del mondo iniziano già ad arrivare i primi messaggi di congratulazioni a Trump: tra i tanti, Macron, Netanyahu, e Zelensky hanno già diffuso un messaggio in cui riconoscono la vittoria del candidato repubblicano, augurandogli una buona presidenza.
I seggi per le elezioni presidenziali statunitensi sono ufficialmente chiusi alle 7:00 (ora italiana), quando anche l’Alaska ha chiuso le tende delle proprie cabine elettorali. Per avere i risultati ufficiali si dovrà presumibilmente attendere ancora qualche ora, ma la vittoria di Trump appare praticamente certa e schiacciante: Fox News gli assegna 277 seggi, Associated Press 267, CNN, ABC e CBS gliene attribuiscono 266. Tutti i maggiori network statunitensi, inoltre, danno ormai per scontata la vittoria repubblicana al Senato, e dipingono di rosso (il colore simbolo dei repubblicani) anche la Camera dei Rappresentanti; sembra insomma prospettarsi un trionfo a 360 gradi per Trump, che è già andato a congratularsi con i suoi elettori.
Dei sette swing state (Stati in bilico) tutte le principali emittenti statunitensi ne assegnano almeno 3 a Trump: Pennsylvania (che, coi suoi 19 grandi elettori, risultava sin da subito lo Stato chiave di queste elezioni), Georgia (16 grandi elettori) e North Carolina (16). Quella della chiamata è una tradizione elettorale di giornali, agenzie di stampa e grandi network televisivi, che, ottenuto il via libera dal cosiddetto “decision desk” – un gruppo di analisti, esperti, e statistici – decidono di dichiarare il proprio vincitore in un determinato Stato. Gli altri swing state sembrano essere tutti a maggioranza repubblicana, specialmente per quanto riguarda il Wisconsin (10) e il Michigan (15). Fox News ha già assegnato il Wisconsin a Trump. I due swing state rimanenti sono Arizona (11) e Nevada (6).
Per vincere la corsa alla presidenza, i candidati devono ottenere almeno 270 dei 538 grandi elettori distribuiti nei cinquanta Stati federati del Paese; il Collegio elettorale statunitense è infatti composto da 538 elettori che votano per le due cariche di presidente e vicepresidente a maggioranza assoluta. Ogni Stato fornisce un numero di elettori in proporzione alla popolazione. Sebbene in cabina elettorale i cittadini statunitensi scelgano un candidato presidente, il loro voto serve (a eccezione di Maine e Nebraska) a determinare i grandi elettori dello Stato seguendo il sistema “winner takes all”, in base al quale il candidato che ottiene più voti popolari ottiene tutti i grandi elettori di quello Stato. Questo sistema elettorale finisce per dare grande rilevanza agli swing state; in sede di campagna elettorale, è infatti difficile che un candidato alla presidenza dedichi molta attenzione a uno degli Stati tradizionalmente orientati dalla sua parte, perché la vittoria è considerata già sicura.
[di Dario Lucisano]
Un personaggio agghiacciante, antidemocratico, pieno di processi che ora scamperà usando l’ immunità. Appoggerà la strage di bambini di Gaza.
Nessuna meraviglia sui risultati elettorali , perchè non ho più nessuna aspettativa positiva dagli USA ormai da anni . Vorrei che lo capissero tutti i cittadini europei e forse questa elezione li obbligherà a capire a chi abbiamo affidato la nostra sopravvivenza . La rielezione di un soggetto che ha tentato un colpo di stato ,pluriindagato per fatti anche poco edificanti, la dice lunga su cosa conta per il popolo americano e quale è la sua cultura media . Spero che arrivino tutti a chiedersi se è giusto che questo sia il paese che si continua ad arrogare il diritto di comandare sul mondo Occidentale e non. Se capisco bene è del tutto plausibile che il protezionismo americano che Trump ha promesso porrà ulteriormente in ginocchio l’economia europea a suon di dazi ed aumenterà le tensioni con la Cina . Come andrà con l’Ucraina? Trump l’ha già detto chiaramente : che se la veda l’Europa per quanto riguarda sia i soldi sia la guerra. Poco importa se il conflitto lo hanno praticamente imposto loro. Se ripenso agli ultimi anni di storia mi sembra di leggere oggi un disegno occulto che si è cominciato ad esplicitare con la pandemia prima e con la separazione economica ed energetica dell’Europa dalla Russia poi , attraverso la guerra in Ucraina . Questa mossa ha dato la possibilità ai grandi fondi americani di impadronirsi delle maggiori imprese e mettere le mani sulle maggiori banche soprattutto dei paesi con grossi debiti come l’Italia . Questi sono i nostri liberatori che adesso oltre a Trump danno potere anche ad un Musk , quello dei chips nei cervelli umani, quello che si augura che nel 2040 saranno più i robot umanizzati nel mondo del lavoro degli esseri umani . Cosa sarebbe stato con la Harris? Sarebbe cambiato poco perchè il progetto era già stato avviato dai DEM adesso serviva il giro di chiave che è puntualmente giunto. Posso essere depressa?
Al contrario di un’ altro presidente, bombarolo nonostante il Nobel per la Pace, potrebbe rivelarsi meno marziale. Staremo a vedere.
Speriamo che faccia concludere la guerra in Ucraina come aveva detto più volte in campagna elettorale. Ma si sà…la propaganda pre-elettorale serve solo per arrivare allo scopo, poi appena si è al potere tutto cambia, come succede in Italia.