sabato 23 Novembre 2024

Migliaia di soci hanno chiesto alla COOP di fermare la vendita dei prodotti israeliani

Migliaia di soci della catena di supermercati COOP, riuniti in un Coordinamento Interregionale, hanno chiesto alla cooperativa di sospendere la vendita di prodotti israeliani finché lo Stato ebraico non rispetterà i diritti umani in Palestina. L’iniziativa è stata lanciata da COOP Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno e chiede che venga applicato il Codice Etico COOP, secondo cui si “esige dai propri fornitori di prodotti e servizi, il pieno rispetto delle normative sul lavoro, dei diritti umani, della salvaguardia dell’ambiente e privilegia le aziende che si dimostrano particolarmente sensibili a questi temi”. I promotori hanno inviato lettere a COOP Italia, ANCC e Lega delle Cooperative, chiedendo loro di condividere e appoggiare la richiesta. Più di 150 associazioni sostengono questa campagna e hanno coinvolto anche altre aziende della grande distribuzione e della grande distribuzione organizzata, come Esselunga e Conad.

«Non dipende solo dai consumatori e dalle consumatrici: la Grande Distribuzione deve fare la sua parte». Così il comunicato del Coordinamento Interregionale COOP lancia la Campagna COOP/Grande Distribuzione per la Palestina. Lo scopo della piattaforma è quello di informare i consumatori e i soci «sulle complicità delle imprese della grande distribuzione con i crimini di Israele», con l’obiettivo finale di mettere in piedi una campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani per isolare lo Stato ebraico, che «occupa, distrugge, compie atti di terrorismo internazionale e minaccia tutto il Medio Oriente e in fondo il mondo intero con la sua politica genocidaria».

Con tale iniziativa, la Campagna COOP «chiede la fine della guerra genocida in corso a Gaza», e denuncia le violazioni dei diritti umani da parte di Israele, rivolgendosi al coordinamento nazionale della catena della grande distribuzione. La campagna è iniziata ad aprile 2024, ed è stata portata avanti tramite una raccolta firme online e in presenza, e l’organizzazione di assemblee di bilancio e incontri con le dirigenze dei gruppi promotori. In questi mesi sono state raccolte oltre un migliaio di firme, e più di 150 associazioni in 5 regioni italiane (Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto) hanno accolto di buon grado l’iniziativa. Nelle ultime settimane sono state rivolte analoghe richieste anche ad altre importanti aziende della Grande Distribuzione Organizzata (Conad) e della Grande Distribuzione (MD, LIDL, PAM, Esselunga, Eurospin).

Quella dei soci COOP non è certo la prima iniziativa a favore del popolo palestinese che ha luogo in Italia. Da oltre un anno, ormai, studenti, lavoratori organizzati, e privati cittadini si stanno sollevando in tutto il Paese per mostrare il proprio sostegno alla Palestina, chiedendo che l’Italia prenda posizione contro le violazioni dei diritti umani portate avanti dallo Stato ebraico. A maggio c’è stata una grande mobilitazione da parte degli studenti universitari, che ha preso il nome di “intifada studentesca”, e assunto i connotati di un movimento globale. Proprio qualche settimana fa, l’Università di Milano ha congelato tutti i rapporti con le università israeliane, segnando una vittoria per gli studenti, che hanno così rilanciato il movimento. Da inizio anno si sta mobilitando anche il settore portuale, per bloccare l’arrivo di navi che trasportano armi verso Israele. In generale, è particolarmente sentita la protesta contro il coinvolgimento del settore bellico italiano con lo Stato ebraico, specialmente per quanto concerne Leonardo S.p.A., che nel 2023 ha realizzato profitti record, anche grazie alla guerra a Gaza.

[di Dario Lucisano]

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