Il professore e scrittore Christian Raimo è stato sospeso per tre mesi dall’insegnamento, con una decurtazione del 50% dello stipendio, per aver criticato il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. Il provvedimento disciplinare è stato emesso dall’Ufficio Scolastico Regionale in seguito alle critiche che Raimo aveva espresso nei confronti del capo del dicastero di Viale di Trastevere in un dibattito pubblico sulla scuola alla festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, dove aveva parlato di lui come di un «bersaglio debole da colpire», paragonandolo alla «Morte Nera» di Star Wars. A mobilitarsi esprimendo solidarietà e sostegno allo scrittore sono stati gli studenti del liceo Archimede di Roma, dove Raimo insegna.
Lo scorso settembre, dal palco della festa nazionale di AVS – partito nelle cui file si era peraltro candidato alle Europee –, Raimo aveva parlato così di Giuseppe Valditara: «C’è un impero e c’è la Morte Nera e siccome lui si pone come la Morte Nera, non è difficile da colpire, perché tutto quello che dice è arrogante, cialtrone e lurido». Un commento cui aveva immediatamente replicato il Ministro, il quale aveva affermato di essere rimasto «profondamente colpito dalla violenza delle parole usate», dal momento che «la polemica politica non può mai trascendere nei toni né usare frasi minacciose e offensive». E ora, per Raimo, è arrivata la sospensione. «Da oggi non sono in classe per tre mesi: sono sconcertato, mi sembra molto grave. Ora con il sindacato e gli avvocati cercherò di difendermi. Penso di essere la vittima in questo caso», ha dichiarato il professore all’agenzia LaPresse, aggiungendo di sentirsi «traumatizzato». Dello stesso avviso sembrano essere gli studenti della sua scuola, il liceo Archimede, i quali hanno appeso all’ingresso dell’istituto romano uno striscione con la scritta “Tre mesi di sospensione per un’opinione” e convocato un’assemblea per trovare un tavolo sulla questione con i dirigenti scolastici. Precedentemente, il professore era stato colpito da un altro provvedimento disciplinare per aver dichiarato alla trasmissione L’Aria Che Tira, su La 7, mentre si discuteva del caso Salis, che i neonazisti «vanno picchiati».
Attorno all’insegnante hanno immediatamente fatto cerchio Alleanza Verdi-Sinistra e il Partito Democratico. «Colpirne uno per educarne cento, si sarebbe detto. È così che la punizione a Raimo diventa esemplare ed è un messaggio agli altri docenti, a studenti e studentesse e alle famiglie: la libertà di espressione e la libertà di dissenso costano e lo paghi a caro prezzo e sulla tua pelle», ha scritto sulla sua pagina Facebook il segretario di AVS Nicola Fratoianni. «Il governo nella sua ansia di creare nuovi reati vuole introdurre quello di lesa maestà? Il dissenso è il cuore della democrazia e la sospensione rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione e costituisce un precedente inquietante», hanno invece scritto in una nota congiunta i parlamentari del Pd delle commissioni istruzione di Camera e Senato.
[di Stefano Baudino]