giovedì 21 Novembre 2024

Trump chiama Zelensky: le ipotesi sul piano USA per porre fine alla guerra

L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha portato numerose e significative indiscrezioni su come la nuova amministrazione statunitense potrebbe gestire il complicato scenario del conflitto in Ucraina. L’ex presidente, che ha vinto le elezioni con una campagna elettorale focalizzata su temi di sicurezza e politica estera, ha già suscitato dibattiti accesi per il suo approccio non convenzionale alle crisi internazionali. Nelle ultime ore, l’attenzione si è concentrata su una telefonata tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nonostante i dettagli del colloquio non siano stati resi noti, voci sempre più circostanziate suggeriscono che Trump – che in campagna elettorale si è spesso lamentato del costo del supporto militare americano, sostenendo a più riprese che avrebbe potuto porre fine al conflitto «in un giorno» – abbia espresso l’intenzione di ridisegnare la strategia americana in merito alla guerra in Ucraina.

Non è un mistero che Donald Trump stia concretamente esplorando la possibilità di una mediazione, attraverso un possibile dialogo diretto con Mosca, in vista di un potenziale cessate il fuoco. Le indiscrezioni messe sul piatto da varie testate internazionali, tra cui il Wall Street Journal e il Financial Times – suffragate dalle anticipazioni fatte nelle ultime settimane dal nuovo vicepresidente USA James David Vance – rivelano che l’entourage di Trump starebbe concependo una proposta di intesa che stabilirebbe l’occupazione Russa di circa il 20% del territorio ucraino, con una zona demilitarizzata pari a 800 miglia. E, soprattutto, la previsione di una promessa di non unirsi alla NATO per almeno 20 anni da parte di Kiev, che in cambio chiederebbe un rafforzamento organico dei legami militari con Washington. Secondo Axios, Trump potrebbe inoltre avvalersi del suo grande supporter Elon Musk – proprietario di Tesla e X – come intermediario o consulente informale per agevolare le trattative. Musk ha proposto in passato idee di pace per l’Ucraina, che però sono state respinte da Kiev poiché considerate troppo sbilanciate in favore della Russia.

Nel frattempo, appare evidente che gli alleati della NATO e le alte gerarchie UE temano che una trattativa troppo accondiscendente possa rafforzare il capo del Cremlino. Mentre Vladimir Putin, a poche ore dalla vittoria di Donald Trump, si è congratulato con il tycoon per la sua elezione, definendolo una «persona coraggiosa» e confermando che la Russia è pronta a parlare con lui, Zelensky si incontrava in Ungheria con alcuni leader UE, che hanno espresso preoccupazione per l’approccio di Trump alla materia. La linea di Bruxelles rimane infatti quella di un supporto senza compromessi a Kiev. Lo ha fatto capire molto bene quest’oggi Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha dichiarato: «Abbiamo sostenuto l’Ucraina fin dall’inizio e in questa mia ultima visita in Ucraina trasmetto lo stesso messaggio: vi sosterremo il più possibile».

Le ipotesi di un piano statunitense per la risoluzione del conflitto pongono interrogativi anche sul lungo termine. Trump ha spesso ribadito la sua filosofia di politica estera orientata al realismo strategico, esprimendo la volontà di riequilibrare l’impegno americano in Europa e Asia. Questo approccio potrebbe segnare un disimpegno progressivo degli Stati Uniti dal supporto incondizionato a Kiev, facendo pressione sugli alleati europei affinché, nel frattempo, assumano una quota maggiore della responsabilità militare e finanziaria. Il recente attacco nella regione russa di Kursk, attribuito a operazioni ucraine, ha inoltre aggiunto tensione a un contesto già esplosivo. Eventi simili potrebbero influenzare le scelte diplomatiche future di Washington, con Trump che potrebbe avere buon gioco a utilizzarli come giustificazione per promuovere un accordo in vista della cessazione del conflitto.

[di Stefano Baudino]

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7 Commenti

  1. Io invece credo che la proposta di Trump sarà la seguente: 1)La Crimea va interamente alla Russia tra l’altro lì quando c’è stato il referendum oltre il 90% della popolazione si è espresso per l’annessione alla Russia 2)Il Donbass diventa una Repubblica INDIPENDENTE con un proprio governo e propri organi 3)Tra Ucraina e Donbass vi è una fascia di territorio presidiata da militari russi e NATO (oppure ONU) 3)L’Ucraina deve rimanere Stato NEUTRALE e non poter fare parte della NATO 4)La Russia si ritira da tutti gli altri territori ucraini “esterni” al Donbass. Segnatevelo, vedremo a breve se avrò ragione.

  2. Ciò che è disperante è la posizione dei governanti europei che invece di assecondare un piano di pace sembrano apprestarsi ad incentivare le spese miltitari e le spese per la NATO a favore di Kiev, come se non si accorgessero che l’Ucraina questa guerra l’ha persa e da tempo. Cosa pensare allora di questa apparente testardaggine se non che è l’Europa che deve oggi rispondere alle lobbies finanziarie delle armi e della finanza che si rivolgono al vecchio continente per cui hanno evidentemente altri piani strategici , tra cui la distruzione dello stato sociale e dell’economia, per continuare la loro politica egemonica guerrafondaia lasciando all’America un impegno minore per raffozzarsi all’interno a scapito nostro. Lasciate ogni speranza quando Draghi apre bocca .

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