Continua il processo di distensione delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita, rivali storici nella regione del Medio Oriente, dai quali dipendono i futuri equilibri geopolitici della regione. Nell’ultimo mese sono stati numerosi gli incontri che si sono svolti a vari livelli tra delegazioni dei due Paesi, l’ultimo dei quali ha avuto luogo a Teheran lo scorso 10 novembre. In occasione del vertice dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) svoltosi a Riyadh, lunedì 11 novembre, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha inoltre avuto un colloquio telefonico con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. All’evento ha preso parte anche il vicepresidente dell’Iran, Mohammad Reza Aref. Recentemente si è inoltre svolta un’esercitazione navale di importanza storica, che ha coinvolto i due Paesi insieme a Oman e Russia.
Domenica 10 novembre, il capo di stato maggiore delle forze armate dell’Arabia Saudita, Fayyad al-Ruwaili, ha guidato una delegazione militare di alto livello in visita a Teheran per incontrare il suo omologo iraniano, il maggiore generale Mohammad Bagheri, per discutere dei legami in materia di difesa. Nella stessa giornata, il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha parlato al telefono con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Nel corso della conversazione, i due leader hanno espresso la speranza e l’impegno affinché la distensione e la cooperazione tra i due Paesi continui ad espandersi in tutti i settori. «Le relazioni tra Iran e Arabia Saudita sono a un punto di svolta storico e spero che saranno elevate ai massimi livelli in tutti i settori. Apprezzo l’opportunità della presenza del vostro primo vicepresidente a Riyadh e discuterò con lui a questo proposito», ha detto bin Salman. La telefonata ha preceduto di un giorno il vertice dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) svoltosi a Riyadh, al quale ha partecipato il vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref. In merito al vertice, Pezeshkian ha detto a bin Salman: «Non ho dubbi che questo vertice produrrà risultati efficaci e tangibili nel fermare i crimini del regime israeliano e la guerra e lo spargimento di sangue a Gaza e in Libano». Come annunciato dal Segretario Generale dell’OIC Hissein Brahim Taha durante la riunione ministeriale preparatoria, l’allargamento del conflitto in Medio Oriente e il genocidio a Gaza sono stati temi centrali della riunione.
La visita della delegazione militare saudita a Teheran, così come la telefonata tra i leader dei due Paesi, segue una recente e storica esercitazione navale che ha coinvolto Arabia Saudita e Iran, oltre all’Oman e alla Russia, nel Mare di Oman. Il 10 ottobre scorso, Il Ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, si era recato in Arabia Saudita nell’ambito delle continue consultazioni diplomatiche sugli sviluppi regionali, incontrando il suo omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan. In quell’occasione, il Ministro degli Esteri saudita aveva ribadito la determinazione del suo Paese a continuare il percorso segnato nel rafforzamento delle relazioni bilaterali e sottolineato l’importanza di mantenere la cooperazione e il coordinamento su varie questioni. Araghchi si è soffermato sulla necessità di fermare immediatamente gli attacchi militari israeliani a Gaza e in Libano, col fine di prevenire un’ulteriore escalation e un conflitto diffuso e duraturo nella regione. Qualche giorno prima, durante un incontro nella capitale del Qatar, Doha, il Presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, e il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, avevano discusso in merito alla promozione dei legami bilaterali tra i due Paesi.
Il processo di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi è iniziato nel marzo dello scorso anno su iniziativa e intermediazione della Cina, sbaragliando la strategia statunitense e israeliana basata sugli Accordi di Abramo con cui si tentava di favorire la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele e l’isolamento dell’Iran. Per il momento, tale processo sembra procedere speditamente in un riavvicinamento tra i due Paesi che potrebbe segnare in maniera netta il futuro strategico e geopolitico del Medio Oriente.
[di Michele Manfrin]
Chissà che effetto fa allo zio SAM…