mercoledì 13 Novembre 2024

Amsterdam sta vietando tutte le manifestazioni per la Palestina e arresta chi partecipa

In seguito agli scontri di giovedì 7 novembre ad Amsterdam, descritti dalla stampa mainstream in termini di “pogrom organizzati” e “caccia all’ebreo”, l’amministrazione della capitale olandese ha deciso di varare il pugno di ferro, vietando tutte le manifestazioni per la Palestina. I divieti dovevano inizialmente durare solo il fine settimana, ma sono già stati estesi fino a, almeno per ora, giovedì 14 novembre. In tanti hanno deciso di scendere comunque in piazza, ignorando il divieto, e rifiutandosi di «permettere che l’accusa di antisemitismo venga utilizzata come arma per sopprimere la resistenza palestinese». In risposta, le forze dell’ordine hanno arrestato almeno 50 manifestanti, pescando indiscriminatamente tra tutti i presenti, giornalisti, osservatori, politici, e membri del consiglio comunale compresi. Nel mentre, in sella ai cavalli e imbracciando gli sfollagente, le forze dell’ordine olandesi sembrano pattugliare la città fermando chiunque di remotamente collegabile alla Palestina.

Dopo i fatti di giovedì scorso, la tensione ad Amsterdam è aumentata notevolmente. La decisione di fermare tutte le iniziative a favore della Palestina è arrivata dalla stessa prima cittadina, Femke Halsema, lo scorso venerdì, e inizialmente doveva durare solo fino a domenica. Malgrado il divieto, diversi gruppi solidali con la causa palestinese hanno deciso di scendere comunque in piazza e di non farsi intimidire dall’iniziativa dell’amministrazione comunale. In particolare, i manifestanti, provenienti da varie aree del Paese, intendevano denunciare la scelta di Halsema di tacciare «gli eventi del 7 novembre come attacchi antisemiti» e contestare «il conseguente divieto draconiano di protestare nel fine settimana», giudicando strumentali sia le accuse che il divieto legati ai fatti avvenuti in occasione della partita di Europa League Ajax-Maccabi Tel Aviv. A riprova dei sospetti dei manifestanti, la corrispondente olandese di Al Jazeera, Step Vaessen, ha spiegato che «ad Amsterdam vietare le proteste è un evento unico», che «non si era mai verificato nell’ultimo anno, in cui si sono svolte molte proteste di solidarietà con i palestinesi».

I manifestanti si sono organizzati pubblicamente e riuniti in piazza Dam nel primo pomeriggio di domenica 10 novembre. Secondo i numeri forniti dalla polizia, si sarebbero presentate all’appello solo 340 persone. In occasione dell’iniziativa, le forze dell’ordine hanno schierato decine di agenti, che avrebbero fermato e identificato chiunque portasse simboli palestinesi. Mentre si tenevano la proteste, alcuni di essi sono entrati nel presidio con l’intento di strappare le bandiere palestinesi dalle mani dei presenti, facendosi strada coi pugni. In un video che gira in rete, si vede inoltre una squadra di agenti in tenuta antisommossa disperdere una folla di manifestanti situata in una via adiacente a piazza Dam, gettandone qualcuno a terra per tenerlo fermo. Stando a un primo bilancio, 50 persone sarebbero state arrestate e caricate su un bus (anche se altre fonti, tra cui la stessa Al Jazeera, parlano di 100 arresti), e 4 di esse, tra cui 2 minorenni, sarebbero ancora in custodia con l’accusa di atti violenti; 40 persone avrebbero ricevuto multe per condotta disordinata, mentre 10 sarebbero state sanzionate per reati come vandalismo.

Da una testimonianza video sembra sia stato inizialmente arrestato un giornalista, e pare siano stati presi anche politici, membri del consiglio comunale, e due osservatori; alcuni di essi sono stati rilasciati in seguito. Una signora è stata inoltre trasportata in ospedale, dopo essere stata colpita alla testa. La sera, poi, su una strada centrale della città, un gruppo di dieci persone è stato circondato da 8 agenti a cavallo, nonostante non pare stessero facendo niente; tra di essi era presente lo stesso politico autore di alcune delle testimonianze, il quale ha registrato la scena. In seguito al presidio, il Comune ha deciso di ampliare la messa al bando delle proteste fino a giovedì mattina.

Quello di Amsterdam è solo l’ultimo di una lunga lista di casi che vedono i Paesi europei vietare le manifestazioni di solidarietà alla Palestina, di cui l’Italia fornisce uno degli esempi più significativi. Nell’ultimo periodo, i casi di soppressione delle voci a sostegno della Palestina, stanno emergendo con più vigore. Solo il mese scorso, in Italia, è stata vietata la manifestazione nazionale di Roma del 5 ottobre. A Udine, invece, in occasione della partita di calcio Italia-Israele, è stato impedito a un corteo di sfilare vicino allo stadio, la cui zona circostante è stata completamente militarizzata.

[di Dario Lucisano]

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

6 Commenti

  1. La provocazione del Mossad

    I fatti incongruenti dello scorso fine settimana a Amsterdam hanno probabilmente un filo che riconduce all’intervento del Mossad e in relazione al genocidio in Palestina. La popolarità’ di Israele nei Paesi Bassi e’ stata sempre molto alta dalla fine della 2a guerra. Popolarità necessitata dal fatto che durante la occupazione nazista la delazione di ebrei alle forze di occupazione fu molto alta tra la popolazione. La conseguente complicità con Israele divenne dunque parte fondante dei governi postguerra e quindi di tutte le amministrazioni.
    L’attivita’ del governo israeliano nell’ultimo anno di massacri quotidiani della popolazione palestinese ha tuttavia sconvolto lo sguardo della popolazione nei confronti di Israele e del sionismo. Non però del governo e delle amministrazioni locali, che hanno mantenuto la posizione di difesa a oltranza di Israele.
    L’ipotesi e’ che Il governo israeliano mediante il Mossad abbia tramato per cercare di rimediare alla situazione di perdita di appoggio internazionale. Non a caso ha scelto Amsterdam perche’ li’ si trova un nervo scoperto sulla relazione Israele-ebrei-olocausto-Palestina.
    L’intervento del Mossad ha avuto un suo percorso tattico: mobilitare la feccia dei tifosi del Maccabi, creare disordini, provocare i passanti, distruggere i simboli di appoggio alla Palestina. Ma la citta di Amsterdam non e’ rimasta passiva e ha reagito contro le provocazioni dei tifosi del Maccabi, i quali nelle loro grida inneggiavano lo stupro delle donne arabe, il massacro dei bambini di Gaza, (hanno una canzone che inneggia a cio’).
    Le autorità non si sono fatte pregare e hanno cominciato ad attaccare i dimostranti pro Palestina, arrestandone diverse decine.
    Ma tutta questa situazione ha provocato uno scompiglio dell’establishment: molte informazioni sul comportamento degli ultras del Maccabi, sul ruolo del Mossad in tutta la situazione sono trapelate e si e’ sviluppata una posizione scettica nei confronti delle autorita’ e soprattutto nei confronti del governo che e’ dichiaratamente favorevole a Netanyahu e i suoi massacri.
    Lo scopo dunque del Mossad e del governo sionista non ha dunque sortito lo scopo che era quello di riguadagnare simpatia tra il popolo olandese e additare per la colpa gli olandesi di origine araba. Sebbene le autorità, a cominciare dalla sindaca di Amsterdam fino al governo hanno cercato fino all’ultimo di salvare la versione dell’antisemitismo, i media,un po’ piu’ responsabili delle autorita’ hanno cercato di distribuire le responsabilita proprio per evitare una radicalizzazione della societa’ il cui risultato non sarebbe stato controllabile.

  2. Ci sarà un giorno nel quale questi vigliacchi complici di questo genocidio dovranno spiegarsi sulle ragioni del loro contributo al massacro dei palestinesi.
    L’italia dimostra, come altri governi europei, di considerare, come Netanyahu, porci i poveri cittadini Palestinesi.

  3. Evidentemente dalla storia si impara che NON si impara dalla storia… già più di cento anni fa l’europa traboccava di armi accumulate negli arsenali… con tanta voglia di usarle… il tutto condito da spirito oppressivo e totalitario… vedo un inquietante parallelismo e dejavu… ahinoi

  4. E cos’altro devremmo aspettarci da uno stato passato dal colonialismo ad essere uno dei migliori paradisi fiscali in territorio europeo . Quindi un paese che protegge la finanza internazionale di cui le comunità ebraiche potenti sono leader , un paese che, con la compiacenza di Bruxelles , mette in difficoltà l’economia di altri stati membri attraverso il protezionismo fiscale a suo vantaggio. Inoltre di cosa meravigliarsi se l’Europa ha imboccato la via repressiva sempre più dilagante oltre all’odio razzista . Altro che antisemitismo per chi comanda . Arriverà mai il momento che il popolo si ribelli in massa prima che sia troppo tardi?

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti