venerdì 22 Novembre 2024

Biden non si ferma più: concesso all’Ucraina anche l’uso delle mine antiuomo

Dopo il recente via libera all’utilizzo di missili a lunga gittata in territorio russo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di concedere all’Ucraina anche l’impiego di mine antiuomo. A dare la notizia è il segretario della Difesa Lloyd Austin, che ha spiegato che il loro scopo è quello di rallentare l’avanzata russa, che si sta facendo sempre più forte e difficile da contenere. «Ce le hanno chieste e penso sia una buona idea», ha commentato il vertice del Pentagono, senza menzionare il fatto che l’Ucraina sia uno dei firmatari della convenzione di Ottawa del 1997, che vieta l’uso, lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, lo stoccaggio e il trasferimento di tale apparecchiatura. Essa è stata ratificata da oltre 160 Paesi, con lo scopo di porre fine alle sofferenze e alle vittime causate dalle mine antiuomo. Tale armamento, infatti, causa danni devastanti su civili e territorio, anche in tempi non di guerra, ed è ancora oggi responsabile di migliaia di morti all’anno.

L’annuncio di Austin è arrivato ieri, mercoledì 20 novembre, e segue di qualche giorno l’autorizzazione a utilizzare i missili a lungo raggio ATACMS per colpire il territorio russo rilasciata da Biden a Kiev. Lo scopo delle mine è quello di contrastare la sempre più dirompente avanzata russa: invece di avanzare con un’avanguardia di carri armati e veicoli blindati, spiega Austin, le truppe di Mosca ora combattono con squadroni più piccoli e sparsi. L’esercito ucraino «ha bisogno di equipaggiamento che possa aiutare a rallentare questo sforzo», tra cui proprio le mine antiuomo. Non si sa ancora, tuttavia, quando queste verranno consegnate. Giusto due giorni fa, mercoledì 19 novembre, è stato annunciato un pacchetto di aiuti da 275 milioni di dollari in equipaggiamento militare, ma, vista la lista degli armamenti inclusi nel pacchetto recentemente pubblicata dalla Casa Bianca, non sembra che le mine verranno spedite a questa tornata.

Austin ha rassicurato i giornalisti dicendo loro che le mine che verranno utilizzate dall’Ucraina, essendo a batteria, avrebbero un limitato periodo di vita, e possono essere attivate a distanza. Questo, tuttavia, denunciano numerose associazioni come Human Rights Watch, non giustifica l’invio e l’utilizzo di simili armamenti: le mine antiuomo, infatti, sono tecnologie dal devastante impatto distruttivo, di cui il mondo sta ancora cercando di liberarsi. Il percorso per rendere illegali le mine non è stato privo di ostacoli e ancora oggi c’è chi sostiene che questi esplosivi siano indispensabili per difendere le nazioni da invasioni e attacchi terroristici. Tra coloro che non condannano l’uso delle mine antiuomo figurano tra le altre la Russia, l’India, il Pakistan, la Siria, il Marocco, ma anche Israele, la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Una posizione diversa è stata assunta da 164 nazioni, le quali hanno aderito alla Convenzione internazionale per la proibizione dell’uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e relativa distruzione, un accordo che, a partire dal 1997, ha posto un freno alla diffusione di questo esplosivo: esso è meglio conosciuto come “trattato di Ottawa”.

Nonostante siano passati oltre 27 anni dalla convenzione di Ottawa, le mine antiuomo non hanno cessato di essere un problema. Secondo il report 2024 del Landmine Monitor, nel solo 2022 le mine antiuomo hanno ucciso e ferito almeno 5.757 persone, mentre dal 1999 a oggi le vittime sono state 114.228, di cui 91.011 civili. A proposito di mine antiuomo, un caso paradigmatico è costituito dai Paesi balcanici, prima fra tutti la Bosnia Erzegovina. Secondo i diversi programmi di contrasto a tale armamento, già nel 2019 non vi sarebbero più dovuti essere esplosivi nel Paese; nel 2020 ve ne erano più di 79.000, e a oggi più di 100 chilometri quadrati del Paese sono coperti da mine. Come in Bosnia, anche in altri Paesi firmatari il territorio coperto da mine supera il centinaio di chilometri quadrati. Essi sono Afghanistan, Cambogia, Etiopia, Iraq e Turchia. L’Azerbaijan, invece, è uno dei Paesi non firmatari di Ottawa in cui il problema delle mine risulta più critico: a oggi si parla di 30.753 mine antiuomo, 18.531 mine anticarro e 60.268 proiettili inesplosi per un totale di oltre 111.207 ettari di territorio. Si tratta, in totale, di una porzione pari a circa l’1,28% dell’intero Paese. Oltre a uccidere migliaia di civili anni dopo la fine dei conflitti, infatti, le mine antiuomo causano grossi problemi al territorio, che diventa inutilizzabile sia dal punto di vista agricolo che da quello edilizio, causando danni ambientali e socio-economici.

La stessa Ucraina risulta uno dei Paesi più minati al mondo, e tanto Mosca quanto Kiev sono state accusate di avere impiegato mine antiuomo nel corso della guerra. Human Rights Watch ritiene di avere le prove che la Russia abbia ricoperto i territori ucraini conquistati di mine, e di avere il sospetto che anche l’Ucraina abbia già fatto ricorso a tali armamenti. L’autorizzazione di Biden non fa che complicare ancora di più la situazione del territorio ucraino, aumentando i futuri pericoli – e costi – che il Paese dovrà affrontare al termine dell’attuale conflitto.

[di Dario Lucisano]

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1 commento

  1. Se ce ne fosse ancora bisogno il mio disprezzo per quest’ometto che ha permesso che fosse il suo stesso partito a dichiararlo inabile al ruolo che ricopre già in campagna elettorale , adesso si presta a sottostare pubblicamente ai voleri del partito della guerra legando al suo nome mosse ignobili. Intendiamoci , come è sottinteso nell’articolo, gli i missili a lungo raggio l’Ucraina ce li aveva già da tempo e non mi stupirei che avesse già ed avesse già usato queste mine . Ripeto il solo parlare di questi armamenti mi fa schifo ed ancora più le puerili giustificazioni che si possono attivare e disattivare a piacimento perchè resta il piacimento di chi e come. Ma siamo sicuri che tutto questo non miri a preparare il terreno per la solita ritirata dicui gli americani sono maestri?

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