Nella tradizionale conferenza di fine anno svoltasi ieri a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha riassunto i principali risultati e avvenimenti dell’anno rispondendo alle domande dei giornalisti e dei cittadini russi in una trasmissione in diretta durata quattro ore e mezza. Tanti gli argomenti trattati, tra cui lo stato dell’economia russa, i risultati della cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina, la situazione nella regione russa di Kursk, le capacità e le caratteristiche del nuovo missile balistico ipersonico Oreshnik, la situazione in Siria e la disponibilità di avviare negoziati con Kiev a patto che il governo ucraino accetti «compromessi». Le domande sono state poi un’occasione anche per mandare messaggi indiretti ai Paesi occidentali, in realtà citati marginalmente dal presidente russo, che si è concentrato maggiormente sulla crescita economica e sul rafforzamento dell’autonomia a tutti i livelli della Federazione russa. Inoltre, ha dichiarato di essere disponibile a incontrare il presidente eletto Donald Trump se ci sarà la possibilità.
Nello specifico, il capo del Cremlino ha iniziato il suo discorso dallo stato dell’economia russa, sostenendo che quest’ultima sia «la pietra angolare», in quanto «ha un impatto sugli standard di vita, sulla stabilità generale e sulla capacità di difesa del paese. L’economia è tutto». Putin ha quindi affermato che tutti gli indici macroeconomici russi sono positivi e che lo scorso anno il Paese eurasiatico ha aumentato il suo PIL del 3,6 percento, mentre quest’anno si prevede che l’economia crescerà del 3,9 percento, o forse anche del quattro percento. «Le istituzioni finanziarie ed economiche internazionali hanno classificato la Russia come la più grande economia europea in termini di volume, in termini di parità di potere d’acquisto e la quarta economia mondiale», dietro Cina, Stati Uniti e India, ha detto. Inoltre, rispondendo a una domanda di un giornalista occidentale della NBC News, il quale ha affermato che la Russia è uscita indebolita da quasi tre anni di guerra, Putin ha risposto che è esattamente il contrario, poiché la Russia sta diventando un Paese sovrano e non dipende quasi da nessuno: «Siamo in grado di stare saldamente in piedi quando si tratta di economia. Stiamo rafforzando la nostra capacità di difesa. La prontezza al combattimento delle Forze armate russe è la più alta al mondo oggi. Lo stesso vale per la nostra industria della difesa […], ha affermato il presidente russo. Da notare, però, che il Paese eurasiatico è alle prese con un’alta inflazione.
Venendo alla questione dell’«operazione militare speciale», il capo russo ha detto che «la situazione sta cambiando radicalmente», poiché «la spinta è in corso lungo tutta la linea del fronte ogni giorno». Per quanto riguarda la regione russa di Kursk, occupata dagli ucraini, Putin ha detto di non potere né volere fornire una data specifica sulla definitiva espulsione delle forze ucraine dal territorio, perché le truppe farebbero di tutto per rispettarla ignorando le potenziali vittime. Con riferimento ai soldati ucraini, ha affermato che «Senza dubbio li cacceremo via. […] seguirà la valutazione dei danni e, cosa più importante, tutto verrà ripristinato. Non c’è dubbio su questo». Quanto al nuovo missile balistico Oreshnik, Putin ha lanciato una sfida ai Paesi occidentali e ai loro esperti che sostengono che il missile sia facilmente abbattibile: «Cosa direi a quegli esperti? Ci sono diversi tipi di sistemi di difesa aerea […] come Patriot e i più moderni sistemi THAAD. Non so se l’Ucraina li ha, ma non credo. Se gli americani vogliono, possono inviare i loro sistemi THAAD in Ucraina. Questi sono sistemi più moderni, simili ai nostri sistemi S-400». Il messaggio è chiaro: mandate i vostri sistemi di difesa aerea più moderni all’Ucraina e vediamo se saranno in grado di abbattere l’Oreshnik.
Rispondendo alle domande sui possibili negoziati con Kiev, Putin ha detto di essere pronto sia per le negoziazioni che per i compromessi – a patto che anche l’Ucraina sia dello stesso avviso – e che le trattative dovrebbero riprendere sulla base degli accordi di Istanbul avviati nel 2022. Il presidente ha accusato esplicitamente l’allora primo ministro inglese Boris Johnson di aver fatto saltare quegli accordi: «non abbiamo precondizioni. Siamo pronti a impegnarci nel dialogo senza precondizioni. Tuttavia, come ho già detto numerose volte, sulla base degli accordi che abbiamo raggiunto durante il processo di negoziazione a Istanbul alla fine del 2022 e partendo dalle attuali realtà sul campo» ha chiarito il capo del Cremlino che ha anche detto di essere disponibile a incontrare Trump con il quale non parla da quattro anni. Quanto a Zelensky, invece, Putin ritiene sia un presidente illegittimo, in quanto il suo mandato presidenziale è scaduto lo scorso maggio, ma lo “zar” non ha escluso di parlare con lui nel caso vincesse le elezioni: «se qualcuno dovesse passare attraverso le elezioni e ottenere legittimità, parleremmo con chiunque, incluso Zelensky», ha affermato.
Rispetto alla situazione in Medio Oriente e in particolare alla Siria, Putin ha puntato il dito contro Israele, sostenendo che sia il «principale beneficiario» degli eventi in Siria e condannando l’occupazione del territorio siriano. Quanto alle basi russe nel Paese mediorientale, esse saranno mantenute in base alla coincidenza di interessi con le nuove autorità. Allo stesso tempo, Mosca «mantiene relazioni con tutti i gruppi che controllano la situazione lì e con tutti i paesi della regione», ha affermato il presidente russo.
[di Giorgia Audiello]
La Russia invece conta nel mondo.guarda quanto è grande e vasto il territorio russo.guarda come sta l’economia russa rispetto a quella statunitense che invece si regge da decenni solo su guerre per procura e bugie.Più o meno io la interpreto così.Putin non sopporta i nazisti e i suoi amici.leggasi i nuovi nazi Ucraini (che sarebbero pure loro parenti/fratelli).Putin sará disposto ad una risoluzione diplomatica (e a modo suo rivendicando qualcosa e giustamente
può permetterselo) per chiudere questa operazione speciale in Ucraina solo ed esclusivamente se e quando gli States e i vari servi europei venduti daranno garanzie. Queste garanzie comprendono anche e soprattutto l’esclusione di armi,Nato ect ect negli stati confinanti la Russia e in generale minaccie alla Russia.Gli accordi dopo la seconda guerra mondiale/caduta dell urss erano chiari…e gli States/Nato e i suoi bambocci hanno fatto esattamente il contrario costruendo basi ai confini.Putin ha giá portato troppa pazienza…(ti ricordo anche il nord stream fatto saltare in aria…anzi in acqua) quindi ora saranno gli Usa che dovranno abbassare le ali e sedere al tavolo delle trattative…cosa che a mio avviso non accadrà e se accadrá è perchè avverrà una forte pressione internazionale contro gli USA. Putin ama l’oligarchia?si.distrugge e assassina tutti i suoi oppositori?si.è un criminale?si…ma se ci pensi non ha mai rotto tanto il cazzo quanto hanno fatto gli States nel mondo negli ultimi 100 anni. Putin si è semplicemente visto costretto a far partire questa operazione a causa di nazisti pagati e armati dagli States.Ce ne fossero di “statisti” come lui. E non approfondisco il discorso su Israele che è un altro problema bello grosso…psicopatici lobotomizzati nazisionisti che ora si credono dei Dei in terra….protetti dall’occidente pure loro
La Russia non conta nulla nel Mondo e gli Stati Uniti ancora meno, quello che conta sono i rapporti tra gli USA con i suoi servi e dalla parola già si capisce che questi fanno proprio schifo e solo i più schifosi venduti chiudono gli occhi.
Speriamo che la Russia sappia impostare rapporti su un piano di parità e rappresentanza dei Cittadini, questo potrebbe risanare il Mondo intero, al peggio spereremo in Cina o India, ma è mai possibile che ogni Stato che ottiene la leadership comincia subito a rubare ed assassinare!