Monsanto, storica azienda chimica di proprietà di Bayer AG, ha accettato di versare 698 milioni di dollari allo stato dell’Oregon come risarcimento per decenni di inquinamento ambientale causato dai bifenili policlorurati (PCB), sostanze chimiche vietate nel 1979 per la loro tossicità. Lo riporta il sito ufficiale del Dipartimento di Giustizia dell’Oregon, il quale aggiunge che sarà il più grande risarcimento per danni ambientali nella regione. La causa, intentata nel 2018, accusava l’azienda di essere consapevole della pericolosità dei PCB fin dal 1937, ma di aver continuato a produrli fino al 1977. Secondo il procuratore generale dell’Oregon Ellen Rosenblum, queste sostanze hanno contaminato fiumi, laghi e foreste, accumulandosi nei pesci e nella fauna selvatica. Nonostante l’accordo, Monsanto non ha ammesso alcun illecito, mentre la Bayer ha sottolineato che l’azienda non ha mai prodotto o smaltito PCB in Oregon. «Si tratta di una grande vittoria per il nostro stato», ha comunque commentato Rosenblum.
Monsanto è un’azienda chimica nota per l’erbicida Roundup e, in passato, per la produzione di bifenili policlorurati (PCB), ovvero composti chimici utilizzati in refrigeranti, apparecchiature elettriche e oli idraulici, vietati poi negli Stati Uniti nel 1979 per la loro cancerogenicità e la capacità di accumularsi negli organismi viventi. Si tratta di composti definiti stabili e difficili da smaltire, persino decenni dopo la loro produzione. L’esposizione umana a PCB può causare problemi al fegato, lesioni cutanee, difficoltà respiratorie e, a lungo termine, difetti nello sviluppo e tumori. Attualmente, le principali fonti di PCB nell’ambiente derivano da discariche, trasformatori elettrici e siti di rifiuti tossici. La loro stabilità chimica li rende particolarmente insidiosi, con un lento processo di degradazione che li ricicla continuamente nell’ecosistema.
La causa, avviata inizialmente nel 2018, era stata intentata con l’accusa secondo cui Monsanto era già a conoscenza dal 1937 della natura altamente tossica dei PCB ma, nonostante ciò, avrebbe continuato a produrre e promuovere tali composti per decenni, fino al divieto definitivo sancito nel 1977. Il tutto, ora, si è concluso con un accordo da 698 milioni di dollari definito “storico” che permetterà all’Oregon di ottenere risorse cruciali per affrontare la bonifica ambientale, anche se rimane una sfida: «I PCB sono ancora presenti in tutto l’Oregon, in particolare nelle nostre discariche e nei letti dei fiumi, e sono estremamente difficili da rimuovere, perché si ‘bioaccumulano’ nei pesci e nella fauna selvatica. Ripulire il nostro stato da questo orribile degrado ambientale sarà costoso e richiederà molto tempo come sembra, ma questo accordo significa che ora avremo le risorse per aiutare a risolvere questo problema», ha dichiarato Rosenblum, aggiungendo che in tutti i casi si tratta di un «passo importante» per iniziare ad invertire gli effetti dannosi già rilevati nell’ambiente locale.
[di Roberto Demaio]