Il parlamento libanese ha eletto il generale Joseph Aoun come nuovo Presidente del Libano, interrompendo oltre due anni di vuoto politico iniziato quando il presidente Michel Aoun ha lasciato l’incarico, nell’ottobre 2022. La nomina di Aoun è piaciuta agli Stati Uniti, che per questa carica lo sostengono dal dicembre 2022, con il Presidente Biden che si è subito congratulato per l’esito delle elezioni. Stessa cosa vale per Israele, che ha accolto calorosamente l’arrivo del generale alla presidenza. L’elezione di Aoun fa sorgere non pochi dubbi e domande in merito al futuro di Hezbollah, soprattutto a causa di alcune dichiarazioni rilasciate dal neo eletto presidente. Il Libano potrebbe infatti allontanarsi dalla sfera di influenza iraniana per avvicinarsi a quella saudita, più accomodante verso gli interessi di Washington e Tel Aviv.
«Invito tutte le parti a discutere una politica di difesa globale che consenta allo Stato di porre fine all’occupazione israeliana e respingere la sua aggressione», ha detto Aoun nel suo discorso inaugurale al parlamento. Nonostante il nuovo leader di Hezbollah abbia promesso di aiutare a stabilizzare il Libano e di eleggere un nuovo Presidente, i legislatori del blocco pro-Hezbollah hanno votato scheda bianca al primo turno. Il deputato di Hezbollah, Mohammed Raad, ha riferito che, ritardando il loro voto per Aoun, il gruppo ha «inviato il messaggio che siamo i guardiani del consenso nazionale». Durante il discorso, Aoun ha promesso di lavorare per garantire che lo Stato abbia il monopolio esclusivo sull’uso delle armi. Le dichiarazioni hanno suscitato forti applausi da parte del Parlamento tranne che da parte dei legislatori legati ad Hezbollah, i quali sono rimasti fermi e in silenzio. Queste potrebbero infatti far intendere che il nuovo Presidente non sarà incline a lasciare ad Hezbollah il suo ruolo di forza militare. Del resto Aoun, Comandante delle Forze Armate Libanesi dal 2017 e con una formazione anti-terrorismo negli Stati Uniti, ha subito ricevuto il sostegno da parte statunitense, con le congratulazioni da parte di Biden. Stessa cosa da parte israeliana, con il ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, che su X ha scritto: «Mi congratulo con il Libano per aver eletto un nuovo presidente dopo una prolungata crisi politica. Spero che le elezioni contribuiscano a rafforzare la stabilità, un futuro migliore per il Libano, i suoi residenti e il buon vicinato».
Il generale Aoun era la prima scelta degli Stati Uniti, i quali lo appoggiano per la carica presidenziale fin dal dicembre 2022. In una riunione tenutasi in Qatar, a Doha, con delegati provenienti da Stati Uniti, Francia, Arabia Saudita ed Egitto, Aoun era stato individuato come la giusta persona per riempire il posto vacante alla presidenza libanese. A confermare la concreta possibilità dello spostamento libanese dalle posizioni e le influenze iraniane a quelle saudite, durante il suo discorso, in termini di politica estera, Joseph Aoun ha sostenuto un’apertura internazionale basata sul rispetto reciproco, stabilendo che il Libano debba adottare una “neutralità positiva” nei confronti delle questioni regionali. Oltre che favorire gli interessi di Israele, queste posizioni rispondono ai desideri dell’Arabia Saudita e degli Stati del Golfo, che rimproveravano a Hezbollah la sua interferenza in Yemen, Iraq e Siria in conformità con gli interessi iraniani.
Insomma, il Libano potrebbe aver compiuto una virata importante per gli equilibri della regione mediorientale ora che Israele sta ridisegnando i rapporti di forza in proprio favore, dopo che gli ultimi anni avevano segnato il risorgere e il rafforzarsi dell’asse filo-iraniano.
[di Michele Manfrin]