Il Tribunale di Roma ha assolto Stella Boccitto, di 30 anni, arrestata con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale durante una protesta avvenuta lo scorso 16 aprile alla Sapienza contro la cooperazione scientifica dell’Ateneo con Israele. Il fatto non costituisce reato, ha stabilito il giudice, respingendo la richiesta di otto mesi di carcere avanzata dal Pubblico Ministero nel processo per direttissima. L’avvocato Francesco Romeo, legale della giovane, ha definito il procedimento «frutto di una gestione isterica delle forze dell’ordine». Alcune settimane fa è stato assolto anche il secondo dei due studenti arrestati in occasione delle manifestazioni studentesche a Roma, Albarq Mohammed Ali Jummah, accusato di danneggiamento per essere salito su un’auto e aver parlato al megafono durante la protesta.
La decisione del Tribunale di Roma è stata annunciata il 9 gennaio, a oltre sei mesi dai fatti. La ragazza, nello specifico, era accusata di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, condotta che Boccitto avrebbe assunto colpendo un dirigente del commissariato San Lorenzo, macchiandosi così anche di lesioni a pubblico ufficiale. Il tribunale, tuttavia, ha respinto tutte le accuse: «L’assoluzione dimostra non solo la mia innocenza ma il tentativo di criminalizzare chi chiede la fine del genocidio in Palestina e delle complicità di governo e università con Israele», ha dichiarato Boccitto. A questa dichiarazione fa eco una nota condivisa da diverse realtà palestinesi del Paese, tra cui l’Unione Democratica Arabo Palestinese e i Giovani Palestinesi: «Questo processo ha messo in luce il tentativo di criminalizzare il movimento di solidarietà e le mobilitazioni contro il genocidio in Palestina e contro la complicità dell’Italia», si legge nella nota. In concomitanza con l’udienza, si è tenuto un presidio di solidarietà a Piazzale Clodio, davanti al Tribunale di Roma.
L’assoluzione di Boccitto arriva qualche settimana dopo l’analoga conclusione del processo contro Albarq Mohammed Ali Jummah, di 27 anni, l’altro ragazzo arrestato nel corso della manifestazione del 16 aprile. Quest’ultimo era stato fermato qualche ora prima della ragazza e accusato di danneggiamento per essere salito sul tetto di una macchina. Proprio dopo il suo arresto la situazione è diventata più tesa, e le forze dell’ordine hanno deciso di caricare i ragazzi. Durante la protesta, gli studenti hanno sfilato in un corteo di circa 300 persone in occasione di una seduta del Senato Accademico in cui gli organi dell’ateneo avrebbero discusso l’eventuale sospensione del bando MAECI (del Ministero degli Esteri) di collaborazione con le università israeliane. Le mobilitazioni presso l’Università La Sapienza di Roma si sono mosse sullo sfondo di un generale moto di protesta che ha interessato gli atenei di tutto il Paese. Oggetto delle contestazioni è stata la collaborazione degli istituti universitari – e dell’Italia stessa – con le realtà israeliane. Le proteste degli universitari, poi estesesi anche al tema della militarizzazione degli atenei, sono andate avanti per tutto il 2024 attraverso cortei, flash mob e occupazioni, e hanno dato vita a quella che è stata ribattezzata col nome di “intifada studentesca”, rilanciata per il nuovo anno accademico da diverse realtà universitarie.
[di Dario Lucisano]
El pueblo unido, y mas serà vencido✊🏽