La NATO ha annunciato il lancio di una nuova missione per proteggere i cavi sottomarini nella regione del Mar Baltico, in risposta a una serie di incidenti che hanno alimentato preoccupazioni relative a possibili sabotaggi e attività di spionaggio da parte della Russia. A dare la notizia è stato lo stesso segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, che ha spiegato che la missione, denominata Baltic Sentry (Sentinella del Baltico), impiegherà fregate, aerei da pattugliamento marittimo e una flotta di droni navali per garantire «una sorveglianza e una deterrenza più efficaci». Nel presentare l’operazione, Rutte ha sottolineato che oltre il 95% del traffico internet globale è protetto tramite cavi sottomarini. A far scattare la missione è stata una serie di incidenti che hanno aumentato i timori sulla sicurezza, di cui la Russia risulta la prima sospettata dall’Alleanza Atlantica. Il 26 dicembre la polizia e le guardie di frontiera finlandesi sono salite a bordo di una nave, la Eagle S, collegata alla Russia, mentre indagavano sul danneggiamento di un cavo elettrico del Mar Baltico e di diversi cavi internet.
L’annuncio del lancio della missione Sentinella del Baltico è arrivato ieri, martedì 14 gennaio, in occasione di una conferenza stampa tenutasi dopo un vertice della NATO a Helsinki, in Finlandia. Durante l’incontro, Mark Rutte ha annunciato «il lancio di una nuova attività militare da parte della NATO» con lo scopo di rafforzare la protezione delle infrastrutture critiche. L’operazione sarà guidata dall’Allied Joint Force Command Brunssum (JFCBS) per conto dell’ACO, il Comando alleato delle operazioni, responsabile della pianificazione e dell’esecuzione di tutte le operazioni della NATO. A partecipare alla missione sarà anche il Comando marittimo alleato (MARCOM), e il Centro marittimo della NATO per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine critiche (NMCSCUI), un centro di networking e conoscenza con sede presso MARCOM, che «assisterà l’ACO e gli alleati della NATO nel prendere decisioni e nel coordinare le azioni relative alla protezione e alla risposta delle infrastrutture sottomarine critiche».
«Baltic Sentry rafforzerà la presenza militare della NATO nel Mar Baltico e migliorerà la capacità degli alleati di rispondere ad atti destabilizzanti», si legge nel comunicato stampa dell’Alleanza Atlantica. Sentinella del Baltico coinvolgerà diversi mezzi, tra cui aerei da pattugliamento marittimo e fregate; il Segretario generale ha inoltre annunciato lo spiegamento di nuove tecnologie, tra cui rientra una flotta di droni navali, e ha sottolineato che la NATO lavorerà con gli alleati e con le stesse industrie per integrare le risorse di sorveglianza nazionale, per «migliorare la capacità di proteggere le infrastrutture sottomarine critiche» e, «se necessario», per rispondere. Dalle parole di Rutte, sembrerebbe che la NATO voglia adottare un approccio molto più intransigente: «I capitani delle navi», ha dichiarato il Segretario generale, «devono comprendere che potenziali minacce alle nostre infrastrutture avranno conseguenze, tra cui possibili imbarchi, sequestri e arresti».
In seguito agli incontri, i Paesi dell’Alleanza coinvolti nella missione (Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui denunciano le attività di sabotaggio nel Baltico e promuovono la loro repressione, anche mediante «partenariati rafforzati con il settore privato, in particolare con gli operatori delle infrastrutture e le società tecnologiche all’avanguardia». Nella dichiarazione, i Paesi annunciano che stanno lavorando alla firma di un memorandum e che si muoveranno per rafforzare la catena di approvvigionamento delle risorse e per potenziare le misure di sicurezza fisica e informatica. Il comunicato si concentra anche sulla cosiddetta flotta fantasma russa, l’insieme di navi accusate di essere utilizzate dalla Russia per aggirare le sanzioni sul commercio di idrocarburi, «che rappresenta una minaccia particolare per la sicurezza marittima e ambientale nella regione del Mar Baltico e nel mondo».
La scelta di avviare una missione di «protezione delle infrastrutture critiche» nel Baltico arriva in risposta al danneggiamento di quattro cavi sottomarini che collegano l’Estonia e la Finlandia, avvenuto lo scorso 25 dicembre. In seguito all’incidente, la polizia finlandese ha accusato la Eagle S, una petroliera accusata di far parte della flotta fantasma russa, di aver condotto un atto di sabotaggio deliberato, sequestrando la nave il giorno dopo l’incidente. Secondo le indagini finlandesi, la petroliera russa avrebbe trascinato la propria ancora sul fondale per danneggiare i cavi; oggi, due cavi sono stati riparati, mentre il collegamento elettrico Estlink 2 risulta ancora danneggiato. Un analogo incidente era avvenuto a metà novembre, e le indagini avevano coinvolto una nave cinese.
[di Dario Lucisano]