martedì 25 Febbraio 2025

Negli USA gli ebrei continuano ad essere la minoranza più sovrarappresentata nel Congresso

Nello studio condotto dal Pew Research Center sulla suddivisione religiosa dei componenti del Congresso degli Stati Uniti, emerge come, ancora una volta, la rappresentanza ebraica nel consesso politico sia di molto superiore rispetto alla popolazione ebraica statunitense. Questo dipende in buona parte dalle attività di lobby delle associazioni pro-ebraiche e pro-israeliane (una su tutti AIPAC, l’American Israel Public Affairs Committee), le quali spendono decine di milioni di dollari in sostegno dei candidati ebraici e filo-israeliani. È importante sottolineare come non tutti gli ebrei siano necessariamente pro-Israele e sionisti, e come il sionismo, in quanto ideologia nazionalista, sia appoggiato anche da molti non ebrei. Allo stesso modo, è oggettivo che il sionismo sia fortemente presente nella politica statunitense in maniera bipartisan. Il presidente uscente, Joe Biden, cattolico, si è definito sionista, mentre il presidente eletto Donald Trump è un grande sostenitore di Israele e delle sue politiche.

Dallo studio Faith on the Hill del Pew Research Center (che analizza la suddivisione religiosa dei componenti del Congresso), emerge che la popolazione ebraica è sovrastimata rispetto alla sua consistenza numerica negli Stati Uniti. Dei 532 membri totali del Congresso, 32 si sono dichiarati di fede ebraica. In questo modo, gli ebrei continuano a costituire una rappresentazione più alta rispetto alla popolazione adulta complessiva. Infatti, a fronte di una quota che al Senato si attesta al 9%, alla Camera al 5% e al Congresso al 6%, la popolazione ebraica rappresenta invece il 2% della popolazione totale statunitense. Questa tendenza non è una novità, ma rappresenta piuttosto una costante. Il numero più alto si è registrato nella 111° legislatura, 2009-2011, con ben 45 membri ebrei. Ad esclusione della 114° legislatura, 2015-2017, in cui il numero è stato di 28, dal 1979 la quota minima di politici ebrei è sempre stata di 30.

Come accennato, il sionismo è fortemente presente nella politica statunitense in maniera bipartisan. In questo giocano un ruolo chiave le attività di lobby di associazioni pro-ebraiche e pro-israeliane, una su tutti AIPAC. Nell’ultimo ciclo elettorale, soltanto AIPAC ha speso un totale di 43 milioni di dollari in finanziamenti ai partiti e ai candidati alle elezioni presidenziali, così come ai singoli candidati al Congresso. Oltre ad AIPAC ci sono organizzazioni minori ma anche singoli individui che fanno donazioni a singoli rappresentanti o candidati presidenziali. Tra questi individui c’è senz’altro l’israelo-statunitense Miriam Adelson, moglie del defunto Sheldon Adelson, il cui contributo alla campagna di Trump è stato di 100 milioni di dollari. Adelson, con un patrimonio netto di 30 miliardi di dollari, si stima che sia l’israeliana più ricca del mondo e la quinta donna più ricca degli USA, oltre che una strenua sostenitrice di Israele e del sionismo. Adelson è una sostenitrice dell’Organizzazione Sionista d’America, del museo e memoriale dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme, oltre che di vari gruppi statunitensi che raccolgono fondi per l’esercito israeliano.

[di Michele Manfrin]

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