lunedì 20 Gennaio 2025

Voci e immagini da Ramallah, tra gli ostaggi palestinesi liberati

RAMALLAH, CISGIORDANIA – Sono migliaia le persone radunate in Al Midan square, a Beitunia, alle porte di Ramallah. È qui che si aspettano i 90 prigionieri e prigioniere liberate nella notte grazie all’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore ieri mattina. I due pullman arrivano intorno all’1 di notte, dopo ore di attesa, di canti e di cori. «Israele non vuole che si festeggi. È per questo che li rilasciano a quest’ora, per evitare che si creino manifestazioni di sostegno e momenti di festa» dice Islam, uno dei giovani radunati nella piazza. Le famiglie che erano radunate fuori alla prigione di Ofer, il carcere dove tutte le 69 detenute e i 21 minorenni erano stati radunati, sono state colpite da lanci di lacrimogeni e di proiettili di gomma, che hanno ferito diverse persone. Per evitare celebrazioni gli israeliani avevano infatti dichiarato i dintorni del carcere «zona militare». Intanto, alcune case di detenuti di Gerusalemme in fase di rilascio sono state perquisite e alle famiglie è stato intimato di non effettuare nessuna celebrazione pubblica per i loro cari. Almeno due feriti anche a Beitunia, dove i militari israeliani, che precedevano fino alla cittadina i due bus di prigionieri, hanno sparato proiettili di gomma e bombe stordenti.

«È una vittoria. Nei prossimi giorni libereranno anche mio cugino, dopo 21 anni di prigione», dice un altro degli uomini radunati a L’Indipendente. «Ricordo ancora il giorno in cui sono venuti a casa nostra per arrestarlo. Sono entrati con i fucili puntati, quando l’hanno portato via hanno picchiato e detenuto anche me per 8 giorni», riporta. «Dovrà stare fuori dal Paese per tre anni, in Qatar, Egitto o Turchia. Ma poi potrà tornare in Palestina. Non vediamo l’ora di riabbracciarlo». Sono decine infatti i prigionieri che saranno costretti all’esilio in cambio del loro rilascio. Ma la felicità non viene scalfita.

L’arrivo dei bus scatena un’enorme gioia collettiva: alcuni giovani salgono sul tetto dei mezzi tra cori e grida. Le donne e i ragazzini scendono accolti dalle famiglie in lacrime di felicità, mentre alcuni vengono issati sulle spalle dei solidali in attesa. Molte e molti i giovanissimi, che erano stati letteralmente presi in ostaggio da Israele e incarcerati senza accuse, in quella che viene definita detenzione amministrativa. Che può durare anni, senza alcun processo.

Il momento è storico: per la prima volta in Cisgiordania si festeggia davvero la fine della guerra a Gaza, nonostante Israele abbia fatro di tutto per impedirlo. Dal 7 di ottobre sono stati oltre 25 mila i palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, in condizioni di vita che associazioni e reclusi hanno confermato equiparabili alla tortura. In questi 15 mesi almeno 55 detenuti sono morti nelle carceri di Tel Aviv, e i loro corpi non sono ancora stati restituiti alle famiglie. Anche i corpi sono oggetto di scambio con i cittadini israeliani detenuti da Hamas.

I festeggiamenti continueranno nelle case e nelle città di provenienza delle donne e dei giovani appena rilasciati. Intanto, si aspettano le altre centinaia di prigionieri che dovrebbero essere rilasciati nelle prossime settimane.

[testo e immagini di Moira Amargi, corrispondente dalla Palestina]

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti