In Colombia è riesplosa la violenza dei gruppi paramilitari proprio mentre erano in corso colloqui di pace con lo Stato, che presto si sarebbero potuti concretizzare in un accordo. Il sangue è tornato a scorrere soprattutto nella regione del Catatumbo, dove i gruppi armati hanno messo in atto un vasto attacco prendendo di mira la popolazione civile locale e alcuni ex membri delle formazioni paramilitari impegnati nel processo di pace con lo Stato. Il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha ufficialmente sospeso i colloqui di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Dal ministero dell’Interno è stato detto che l’ELN ha «gettato via l’ultima possibilità di costruire la pace» e che adesso sarà affrontato con fermezza. Circa 30.000 persone sono sfollate a seguito dello scoppio della violenza nella regione.
Gustavo Petro ha deciso di sospendere i colloqui di pace con l’ELN dopo aver accusato il gruppo di aver commesso un crimine di guerra nella regione del Catatumbo, nella provincia di Norte de Santander: «Il processo di dialogo con questo gruppo è sospeso, l’ELN non ha alcuna volontà di pace», ha dichiarato Petro. Circa 80 persone sono state uccise e oltre 20 ferite nell’attacco della scorsa settimana. Lo scoppio della violenza sanguinaria ha anche prodotto lo sfollamento di circa 30.000 persone della regione. Come riferito dal governo, almeno cinque delle vittime erano ex ribelli delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) smobilitati, che facevano parte di un accordo di pace del 2016, mentre molte tra le altre vittime erano familiari di ex membri del gruppo. Anche i membri dell’Estado Mayor Central (EMC), una fazione dissidente delle FARC impegnata in colloqui di pace separati con il governo, sono stati attaccati.
I dissidenti dell’EMC e delle FARC si sono ritirati nell’interno della regione, grazie anche all’intervento del governo, per evitare il confronto con l’ELN. Il ministro dell’Interno, Juan Fernando Cristo, ha affermato che «più di 400 persone, tra cui leader sociali e comunitari e firmatari della pace, sono state prelevate dall’area del Catatumbo per salvare le loro vite». Sul brutale attacco avvenuto, il ministro ha spiegato: «È evidente che quello che è successo qui è stata un’azione premeditata, con brutalità, organizzata con molto tempo, con commando trasferiti da Arauca, con l’inganno dell’ELN, perché mancavano pochi giorni al sedersi di nuovo al tavolo dei negoziati, presumibilmente per vedere come si facevano progressi nella ricerca della pace». Cristo ha poi aggiunto che «l’ELN ha gettato nel bidone della spazzatura la sua ultima opportunità per costruire la pace in Colombia e ora tocca a noi come Stato e come società affrontare questi criminali».
Il ministro dell’Interno ha delineato i passi che il governo intende mettere in atto per combattere l’emergenza. In primo luogo viene emanato un «decreto di tumulto interno» che permette al governo di aumentare la presenza di polizia, di intelligence e militare, anche con l’utilizzo della forza aerospaziale, all’interno della regione di Catumbo, per riportare l’ordine e passare alla controffensiva. In secondo luogo, il decreto permette una maggior assistenza umanitaria nei confronti della popolazione della regione. Il terzo punto che il governo intende affrontare comprende il Patto per la Trasformazione Sociale del Catatumbo, con cui si mira all’investimento sociale con l’attivazione della società civile così come di trasformazione infrastrutturale che potrà portare benessere alla regione. Ecopetrol, la società energetica a maggioranza statale della Colombia, ha comunicato che limiterà il lavoro e i movimenti dei suoi lavoratori nelle operazioni in corso a Catatumbo, tra cui il giacimento di Tibu e l’impianto di gas di Sardinata.
I colloqui di pace tra l’ELN e il governo, ripresi nel 2022, sono stati segnati da diverse battute d’arresto. Nel settembre scorso, il governo aveva sospeso i negoziati il giorno dopo che un attacco esplosivo dell’ELN aveva ucciso due soldati colombiani, ferendone 29, vicino al confine venezuelano. I colloqui si sono arenati anche quando il governo ha aperto negoziati separati con un gruppo scissionista dell’ELN nel sud-ovest, mentre l’ELN proseguiva con rapimenti, bombardamenti di oleodotti e attacchi alle forze di sicurezza.
[di Michele Manfrin]