mercoledì 5 Febbraio 2025

La qualità dell’aria in Italia continua a peggiorare: il report Legambiente

Le città italiane sono tutt’altro che pronte in previsione dell’entrata in vigore dei limiti di inquinamento atmosferico previsti per il 2030. Ad oggi sarebbe fuorilegge il 71% delle città per il particolato fine (PM10) e il 45% per il diossido di azoto. A renderlo noto è stata una nuova analisi di Legambiente, Mal’Aria di città. Nel 2024, 25 città su 98 di cui si disponevano dati hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo) in 50 distinte stazioni di rilevamento. In cima alla classifica c’è Frosinone (scalo) per il secondo anno di fila a cui segue Milano (centralina di via Marche), rispettivamente con 70 e con 68 giorni oltre i limiti consentiti.

L’analisi di Legambiente è stata pubblicata ieri, martedì 4 febbraio. Il rapporto analizza i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia e nelle città metropolitane italiane nel 2024. Al primo posto tra le città più inquinate c’è Frosinone, seguita da quattro centraline di Milano che superano il limite massimo di giorni consentiti al di sopra della soglia di concentrazione fissata per legge (oltre via Marche, Senato con 53, Pascal Città Studi con 47, e Verziere con 44 giorni). Chiude il podio Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l’altra centralina, Giarol Grande, è arrivata a 53). In generale, le province venete risultano tra quelle che hanno registrato i peggiori risultati. Verona è infatti seguita da Vicenza-San Felice a 64 (altre due centraline hanno superato i limiti), Padova (Arcella con 61 sforamenti e Mandria 52), e Venezia (via Beccaria, anch’essa con 61 sforamenti, e altre quattro fuori regola). Le altre città ad avere superato i limiti di concentrazione di particolato sono Asti, Bergamo, Brescia, Catania, Cremona, Ferrara, Napoli, Lodi, Mantova, Modena, Monza, Pavia, Piacenza, Ravenna, Rimini, Rovigo, Terni, Torino.

Malgrado nessuna città superi i limiti attuali relativi alla media annuale, le cose cambiano se si considerano i vincoli che verranno imposti dalla nuova normativa europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030: «Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 microgrammi al metro cubo, che è il nuovo limite previsto», scrive Legambiente. La situazione risulta critica anche per quanto riguarda il biossido d’azoto, per cui il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetterebbe i nuovi valori di 20 microgrammi al metro cubo.

«Per uscire dall’emergenza smog servono scelte coraggiose, ora», scrive Legambiente. «Politiche strutturali e sinergiche che incidano su tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano». Il raggiungimento degli obiettivi per il 2030 sembra ancora un miraggio per il Belpaese, ma secondo il gruppo ambientalista è più urgente che mai. L’Italia infatti, risulta il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con 47.000 decessi prematuri all’anno, e aree come la Pianura Padana a occupare i gradini più alti della classifica delle zone con l’aria più tossica in tutto il continente.

[di Dario Lucisano]

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