martedì 11 Febbraio 2025

Zelensky mette in palio le terre rare ucraine per non perdere gli aiuti militari

Nel corso di un’intervista, il presidente ucraino Zelensky ha mostrato una mappa sulla quale erano raffigurate le risorse del proprio Paese. La sua è sembrata una risposta alle affermazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale aveva lasciato intendere di concedere l’appoggio all’Ucraina in cambio delle terre rare delle quali il Paese dispone. Molte delle risorse ucraine (tra le quali petrolio, gas naturale, carbone e svariati metalli, per un valore stimati di 12 mila miliardi di dollari in materie prime) si trovano nell’est del Paese, dove prosegue l’avanzata russa. L’amministrazione Trump è pronta a passare all’incasso dell’offerta che Zelensky ha fatto nell’ottobre scorso, in piena campagna per le presidenziali USA, con il suo “piano per la vittoria” che proponeva anche l’apertura alle risorse naturali del suo Paese.

Secondo Zelensky, meno del 20% delle risorse minerarie dell’Ucraina sono sotto l’occupazione russa – ma la percentuale potrebbe essere più vicina al 40%. Il presidente ucraino ha fatto notare che Mosca potrebbe vendere quelle risorse a Iran e Corea del Nord. «Dobbiamo fermare Putin e proteggere ciò che abbiamo», ha dichiarato il Zelensky a Reuters. Nel proseguire l’intervista ha poi dichiarato che «gli americani ci hanno aiutato di più, quindi gli americani dovrebbero guadagnare di più. E dovrebbero avere questa priorità, e lo faranno. Vorrei anche parlarne con il presidente Trump». L’intenzione sembrerebbe dunque quella di stipulare un accordo commerciale con il presidente statunitense, con il quale dovrebbe avere un colloquio nei prossimi giorni – dopo che probabilmente ha già avuto luogo quello tra Trump e Putin.

La cessione delle risorse ucraine ai Paesi occidentali era già stata annunciata nell’ottobre scorso, quando Zelensky presentò il suo “piano per la vittoria”. Tra i punti del piano per arrivare alla resa della Russia c’era infatti anche quello di aprire la porta alle materie prime presenti in Ucraina, stimate in 12 mila miliardi di dollari tra petrolio, gas naturale, carbone, terre rare, uranio, titanio, litio, grafite e altro ancora. Oleksii Sobolev, vice-ministro dell’Economia, in occasione del Forum di Davos svoltosi a metà del mese scorso, aveva descritto uno sforzo di ricostruzione di 500 miliardi di dollari che pagherebbe dividendi sia strategici che finanziari agli investitori occidentali. In quell’occasione spiegò che il suo governo stava lavorando a accordi con Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia su progetti relativi allo sfruttamento delle risorse naturali. Proprio dalla Germania, che sarebbe esclusa da questo quartetto, sono arrivate parole contrarie alla contrattazione e al condizionamento degli aiuti, i quali andrebbero dati senza condizione. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha criticato gli Stati Uniti, definendo la proposta di Trump come «molto egoista ed egocentrica».

Con la chiusura di USAID da parte di Trump è arrivato un segnale e un colpo all’Ucraina. L’agenzia statunitense, nel 2023, ha donato a Kiev più di 14 miliardi di dollari, rappresentando il 90% dei finanziamenti ai media del Paese. Zelensky sembra ora oscillare tra accordi commerciali in cambio di un appoggio militare – che sente vacillare – per la vittoria sulla Russia e la possibilità di un dialogo per un accordo di pace, cercando così una qualche via d’uscita dall’impasse in cui si trova al momento.

[di Michele Manfrin]

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2 Commenti

  1. Sia lui che i cretini in UE non devono dimenticare che la Russia si è sempre ritirata dagli Stati conquistati in guerra, perché manca completamente del desiderio di governare popoli differenti dal suo, gli USA invece non hanno mollato mai e nei paesi ex sovrani da loro governati, spariscono le nascite, che sono l’unico indice di felicità che non può essere manipolato, sebbene la loro pubblicità continua a dire che va tutto bene fin quando muore anche l’ultimo nativo.

  2. Aspettiamo le elezioni in Germania, Germania che il “mite” Zelensky vuole escludere dalle trattative (irriconoscente) e poi vedremo come andrà a finire. Il dibattito pre-elettorale sui migranti si sta facendo sempre più serrato e sono centinaia di migliaia gli Ucraini ospitati attualmente in Germania…

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