Da oggi in poi, il Washington Post pubblicherà quotidianamente editoriali per difendere e sostenere il libero mercato. A deciderlo è stato lo stesso Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del quotidiano statunitense dal 2013. Parte del «successo» degli Stati Uniti, si legge in una nota diffusa ieri, 26 febbraio, dallo stesso Bezos, sta nella sua «libertà nel campo economico»: per tale motivo, le politiche liberiste vanno difese. In risposta alla scelta della proprietà, l’editorialista capo, David Shipley, ha rassegnato le sue dimissioni. La scelta di Bezos è in netto contrasto con le dichiarazioni che il plurimiliardario ha rilasciato da quando è proprietario del giornale, in cui sosteneva che non avrebbe mai interferito nella linea editoriale del quotidiano. Come già fatto con la cancellazione dei programmi di rappresentanza delle minoranze di Amazon, Bezos ha gettato la maschera dell’ipocrisia, palesando ciò che era evidente da sempre: i grandi media e le aziende seguono i dettami provenienti dall’alto col fine ultimo di servire gli interessi della proprietà e dei più ricchi. L’unica differenza è che ora non lo nascondono più.
Il cambio di rotta nella linea editoriale del Washington Post è stato annunciato con una nota condivisa con lo staff del quotidiano ieri mattina e resa nota al pubblico alle 15:30. «Scriveremo ogni giorno a sostegno e in difesa di due pilastri: libertà personali e libero mercato», ha scritto Bezos. «Naturalmente tratteremo anche altri argomenti, ma i punti di vista che si oppongono a questi pilastri verranno lasciati alla pubblicazione di altri». Il compito di fornire una pluralità di vedute, continua la nota, non è più dei giornali, anche quando monopolizzano il mercato locale: «Oggi è internet a fare questo lavoro». Bezos motiva tale scelta sostenendo che le libertà personali e di mercato sono i valori fondativi degli USA, che hanno reso il Paese la superpotenza che è. Il panorama mediatico, inoltre, afferma Bezos, non offre un’adeguata copertura su queste tematiche e per tale motivo il Washington Post «coprirà questa mancanza». Bezos sostiene di aver offerto a Shipley di «guidare questo nuovo capitolo». Le opzioni che gli aveva offerto erano due: «Se la risposta non era “diavolo sì”, allora doveva essere “no”», in quello che, di fatto, appare come un ultimatum. «Dopo un’attenta considerazione, David ha deciso di allontanarsi». Ironicamente, dopo aver lasciato intendere di aver posto a Shipley un aut-aut tra accettare o dimettersi, il patron di Amazon ha difeso la sua posizione dicendo che «la libertà è etica e riduce al minimo la coercizione».
La scelta di cambiare la linea editoriale del Washington Post smentisce apertamente le dichiarazioni in cui Bezos rassicurava i lettori che non avrebbe interferito sulle politiche del giornale. Con essa, il plurimiliardario non ha fatto altro che palesare che, se non ha mai messo il naso nelle questioni interne al Post, è stato perché non ne ha mai avuto bisogno. A due mesi dall’elezione di Trump, prima ancora del suo insediamento, Amazon, la stessa azienda che si colorava con i colori dell’arcobaleno durante il “Pride Month”, cancellava dalle proprie politiche pubbliche i riferimenti ai programmi di diversità e inclusione per la difesa dei diritti della comunità queer e delle minoranze nere e sudamericane. Tali iniziative erano state avviate dopo l’omicidio di George Floyd e poi rilanciate negli ultimi due anni, in piena amministrazione Biden, la stessa che ha fatto delle battaglie di diversità e inclusione uno dei suoi cavalli di battaglia. I motivi dietro il taglio delle politiche di inclusione da parte di Amazon non differiscono da quelli del loro stesso inserimento: compiacere l’amministrazione in carica. In questo, la scelta di cambiare la linea editoriale del Post non è tanto diversa da quella presa da Bezos per le politiche di Amazon: il giornale si deve limitare a fare gli interessi del proprietario, che spesso, soprattutto in ambito economico, coincidono con quelli del presidente.
[di Dario Lucisano]
Se ce n’era ancora bisogno, ennesima prova che i quotidiani di tutto il mondo ormai da tempo sono poco più che carta straccia.
… «Scriveremo ogni giorno a sostegno e in difesa di due pilastri: libertà personali e libero mercato» … quindi non parla di verità, quella non viena mai raccontata …
Sono contento e apprezzo, Jeff è un grande e la redazione del WP faceva davvero schifo, sono mesi che chiedevo sulle pagine del WP di cambiare e siccome per in pezzo mi censuravano continuavo dir loro, da uno dei primi clienti Amazon, di smetterla o Jeff li avrebbe licenziati😂
Se tutti concordano con il fatto che l’unico valore sono i soldi, beh, allora Bezos vincerà sempre