venerdì 28 Febbraio 2025

L’Italia annuncia l’aumento della sua presenza militare in Niger

Il capo di Stato Maggiore della Difesa italiana, il generale Luciano Portolano, si è recato in visita in Niger, dove ha incontrato il ministro della Difesa nigerino e con il suo omologo, oltre che il personale militare italiano in servizio nell’ambito della missione bilaterale di supporto MISIN, attiva dal 2018, confermando l’importante ruolo dell’Italia nel Paese africano. Dopo la partenza di Stati Uniti, Francia e Germania, l’Italia è infatti l’unico Paese occidentale ormai rimasto di stanza in Niger dopo il colpo di Stato del 2023. Al governo Meloni, nell’ottica dello sviluppo del “Piano Mattei”, interessa mantenere buoni rapporti nell’area e una propria presenza militare, per via delle opportunità di sviluppo energetico che passano nel Paese – in particolare, al governo interessa la costruzione del Trans-Saharan gas pipeline, il quale collegherebbe i giacimenti di gas della Nigeria, passando per Niger e Algeria, con l’Europa.

Nel corso della sua visita, il generale Portolano ha incontrato il suo omologo nigerino, il generale Moussa Salaou Barmou, con cui ha parlato di terrorismo transnazionale, dei tentativi di destabilizzazione, del banditismo, della criminalità organizzata e della “migrazione illegale” verso nord. Successivamente, Portolano ha avuto un colloquio con il ministro della Difesa, il generale Salifou Mody, con cui è stato affrontato il tema della cooperazione bilaterale tra Italia e Niger, finalizzata alla comune necessità di disciplinare i flussi migratori transfrontalieri, assicurare la stabilità e contribuire alla difesa di tutta l’area saheliana.

Il ministro Mody ha confermato come il suo Paese veda nell’Italia un partner affidabile con cui proseguire il dialogo bilaterale e strategico. Questo è stato anche sottolineato in una nota del ministero della Difesa: «L’Italia è un interlocutore privilegiato con il governo di Niamey, essendo a oggi l’unico Paese occidentale ancora presente e gradito, anche e soprattutto grazie al proficuo lavoro svolto dalla Difesa». L’Italia contribuisce con formazione, addestramento, consulenza, assistenza e supporto a favore delle Forze di sicurezza e delle istituzioni governative nigerine, incrementando le capacità e l’autonomia del Paese nella sorveglianza delle frontiere, nel controllo del territorio e nel contrasto ai fenomeni illeciti. Inoltre, un’unità del 6° Reggimento Genio dell’esercito italiano è impegnata nella costruzione del Centro di Medicina Aeronautica del Niger (Centre de Compétence Médicale Aeronautique du Niger – CEMEDAN).

Non solo, il nostro Paese è attivo anche conprogetti di Cooperazione Civile-Militare. Infatti, il contingente italiano, circa 300 uomini, fornisce aiuti materiali alla popolazione locale attraverso programmi di sviluppo in campo sanitario e scolastico, con la realizzazione di 51 progetti dal 2018. A dimostrazione della valenza strategica attribuita al Paese africano, il 16 e 17 dicembre 2024 si è svolta a Roma la 4° edizione del Bilateral Staff Talks Italia-Niger, conclusa con la firma del Piano di Cooperazione 2025, che prevede lo svolgimento di 11 attività di addestramento congiunto, da condurre sia in Italia che in Niger.

Ciò che è di particolare interesse per il governo Meloni nell’ottica del Piano Mattei, con cui si tenta di diversificare l’approvvigionamento energetico, è il Trans-Saharan gas pipeline. Il 28 luglio 2022, ad Algeri, era stato firmato il primo memorandum d’intesa tra Algeria, Niger e Nigeria per la formalizzazione del progetto che consentirà al gas nigeriano di essere convogliato fino all’Europa. Due settimane fa, i tre Paesi hanno firmato ulteriori accordi per accelerare l’attuazione del progetto. Il gasdotto partirà dalla regione di Warri in Nigeria, attraversando il Niger per approdare poi a Hassi R’Mel, in Algeria. La sua lunghezza dovrebbe essere di 4.128 chilometri: 1.037 chilometri in Nigeria, 841 chilometri in Niger e 2.310 chilometri in Algeria. Qui, il gasdotto sarà collegato a quelli già esistenti che portano il gas in Europa: trans-mediterranei, Maghreb-Europa, Medgaz e Galsi.

Dunque, mantenere una propria presenza militare nel Paese africano è importante per l’Italia e i suoi progetti di approvvigionamento energetico, specie da quando le sanzioni alla Russia, e la degenerazione dei rapporti con essa, hanno interrotto o fortemente diminuito il transito di gas verso l’Europa. Quest’ultima, Italia compresa, è stata costretta a rivolgersi ad altri mercati, come quello statunitense, vedendo schizzare alle stelle il costo energetico.

[di Michele Manfrin]

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2 Commenti

  1. Fascisti sempre alla ricerca della faccetta nera, ma perché non smettono di farsi nominare Conti il giorno prima della Rivoluzione Francese e non cominciano a socializzare su un piede di parità con L’Africa, per cui l’Italia manda un contingente in Niger e questo ne manda uno pari in Italia, alla ricerca della comune comprensione e al comune percorso verso la legalità?

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