Oggi, domenica 2 marzo, a Londra, Zelensky e il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, si incontreranno con diversi leader europei, tra cui Meloni e Macron, per definire la strategia da adottare dopo l’umiliazione in mondovisione inflitta da Trump a Zelensky. Le opzioni sul piatto sembrano molteplici e vanno dal continuare a sostenere militarmente l’Ucraina al mantenere aperto il canale statunitense con l’accordo sulle terre rare, fino ad aumentare parallelamente gli investimenti per una difesa europea; Macron si è inoltre detto pronto, se necessario, a rivedere la dottrina nucleare francese coinvolgendo gli alleati. Dopo il litigio nello Studio Ovale, il presidente ucraino ha trovato il supporto della stragrande maggioranza dei capi europei, che hanno criticato il comportamento di Trump e offerto aiuto all’Ucraina; lo stesso Starmer ha annunciato un ulteriore pacchetto da oltre 2 miliardi, mentre intanto Zelensky cerca di ricucire con Trump. Meloni, dal canto suo, sembra assumere una posizione da mediatrice, provando a tenere aperto il dialogo con il presidente USA.
Dopo il surreale incontro televisivo di venerdì tra Trump e Zelensky, il leader ucraino ha ricevuto messaggi di sostegno dall’intero Vecchio Continente, evidentemente scosso da quelle immagini senza precedenti nella storia. I vertici di Ungheria e Slovacchia sono stati gli unici a lodare Trump e ad annunciare che, se gli Stati Uniti dovessero negare il proprio sostegno all’Ucraina, Kiev non troverà il loro appoggio. Meloni, invece, sembra essere stata la più morigerata. Pur non avendo espresso un’aperta vicinanza a Zelensky, non ha neanche lodato Trump e si è sin da subito attivata per parlare con il presidente degli Stati Uniti – che ha sentito ieri al telefono – e organizzare un incontro tra gli USA e i Paesi europei. Zelensky, dal canto suo, ha inizialmente rilasciato una dichiarazione di avvicinamento agli Stati Uniti, ringraziando il Paese per i suoi sforzi e cercando di tenere aperti i canali con Trump; successivamente è volato a Londra per incontrare Starmer.
Qui il premier britannico ha rinnovato il pieno sostegno del Regno Unito nei confronti dell’Ucraina e ha offerto a Zelensky un nuovo prestito di 2,74 miliardi di euro in armi e garanzie di difesa. Oggi, dopo un bilaterale tra Starmer e Meloni, si terranno gli incontri multilaterali tra Zelensky, Starmer, Meloni, e i vertici di Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia, Repubblica Ceca e Romania, unitamente a quelli di Canada, Norvegia e Turchia e a von der Leyen e Mark Rutte. Quest’ultimo, secondo indiscrezioni mediatiche, starebbe spingendo perché gli alleati non taglino i ponti con Trump; Francia e Regno Unito, invece, sembrano lavorare con l’Ucraina per presentare un piano per la pace al presidente statunitense. Proprio Londra e Parigi, ha sottolineato Macron in un’intervista, sono gli unici due Paesi europei dotati di armi nucleari e, per tale motivo, potrebbero avviare «un dialogo strategico» con gli altri Stati del Vecchio Continente. «Noi abbiamo uno scudo, loro no. E non possono più dipendere dal deterrente nucleare americano. Abbiamo bisogno di un dialogo strategico con coloro che non ce l’hanno, e questo renderebbe la Francia più forte» – ha dichiarato Macron –, aprendo a una non meglio definita ipotesi di coinvolgere nella strategia di “scudo nucleare” francese anche gli altri Stati europei.
Le dichiarazioni di Macron hanno scatenato discussioni interne in Francia, tra chi ha aperto al dialogo sulla deterrenza nucleare e chi ha chiuso completamente le porte all’opzione, prima fra tutti Marine Le Pen, che ha affermato che il nucleare non è «qualcosa da condividere» con gli alleati. In generale, in Europa si sta iniziando a discutere in maniera sempre più concreta di come svincolarsi dalla dipendenza statunitense in ambito difensivo. Il vincitore delle elezioni tedesche, Friedrich Merz, ha sottolineato che l’Europa deve trovare un modo per diventare «indipendente rispetto agli USA», aumentando la «capacità di difesa europea autonoma» come «alternativa alla NATO».
[di Dario Lucisano]
Ma quale difesa comune e indipendente dell’Europa, ma lo sanno questi signori che l’industria bellica è una tra le piú energivore?
Dove pensano di prenderla tutta questa energia, dai pannelli solari o dalle pale eoliche.
Dovrebbero solo dimettersi e sparire velocemente dalla scena politica
Bambini che giocano alla guerra. Una volta premuto il pulsante rosso non si torna più imdietro.
Il deterrente nucleare europeo… È tempo di fare un referendum popolare vincolante per vedere quanti cittadini europei sono disposti (ancora) a pagare di tasca propria una guerra insulsa, inutile e già persa. E mandare alla malora tutti i governanti europei compresi i dirigenti Nato che rappresentano, se va bene, un terzo degli elettori europei.
La Meloni come sempre con un piede in due scarpe. Niente da fare, serva e banderuola fino alla fine.
La ue è moribonda e noi abbiamo un’occasione d’oro per alzare la testa ma è la nostra stessa classe politica venduta e corrotta a fare il lavoro sporco di mantenere il nostro paese nel fango.
Bravi bravi, più soldi al comico ucraino in Italia siamo al 23° mese di fila di calo industriale.
Si suppone che quando Johnson andò a Kiev nell’aprile 1922 per convincere/obbligare Zelenskj a non firmare la pace ma a continuare la guerra, fu fatto un accordo per lo sfruttamento delle miniere a favore della GB. Forse e’ per questo che Trump insiste nel voler prima un accordo firmato per le miniere per poi proseguire nel processo di pace. Da cui forse anche l’attivismo di Starmer per un intervento diretto in Ucraina, per arrivare prima di Trump: si stanno scannando per il possesso della preda abbattuta.
Starmer give a further 2 billions to the Ucraine to continue this murderous useless war whilst the people of the UK cannot get adequate medical care, shame on our leaders (Starmer provvede l’Ucrina con altri 2 miliardi per continuare questa inutile guerra assassina quando la gente del Regno Unito non riesce a ricevere cure mediche adeguate, la vergogna dei nostri governanti)
La strategia è di chiedere il pagamento all’Ukraina di quello che ci hanno rubato e essere obbligati in solido, che Norimberga li attende.