martedì 4 Marzo 2025

Roma inaugurerà il primo ospedale veterinario gratuito d’Italia

Il Comune di Roma si prepara a inaugurare il primo ospedale veterinario pubblico d’Italia, un progetto che rappresenta un passo avanti nella tutela e nella cura degli animali, senza discriminazione economica. Con un investimento di 6,5 milioni di euro, la struttura sorgerà all’interno del canile della Muratella e offrirà cure gratuite agli animali senza famiglia, con l’obiettivo di estendere progressivamente il servizio anche ai cittadini. L’ospedale occuperà una superficie di 916 metri quadrati e sarà organizzato in tre aree distinte e comunicanti. La prima sarà dedicata al pronto soccorso, d...

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7 Commenti

    • Condiderando che per molte persone sole e anziane, i cani e i gatti sono la famiglia, sono quasi gli unici affetti, migliorano la loro vita, la rendono più attiva e piena, direi persino che sono la ragione di vita per chi non ha una famiglia attorno, be’ credo che l’accesso gratuiro alle cure dei loro amici più cari sia un aiuto alla loro stessa vita. Non dimentichiamo che chi si trova in questa situazione spesso ha pochi soldi con cui vivere, quindi non può spendere per le cure e per i farmaci veterinari che scandalisamente costano più di quelli umani solo per questioni di politiche di mercato delle aziende. Se poi è prevista la priorità per animali adottati direi che il prigetto è veramente da paese civile. Non trovo che sia uno spreco di risorse. SPERIAMO SOLO CHE IL PROGETTO NON RESTI SOLO TALE!

      • Forse dovremmo chiederci che tipo di società siamo diventati se “…i cani e i gatti sono la «famiglia»”. Che tipo di società siamo diventati se molte persone anziane sono sole e con poche risorse (non solo gli anziani per la verità), se molti di essi hanno figli che si prendono molta cura dei loro cani e gatti e abbandonano a se stessi i loro genitori, quando non li chiudono in uno ospizio (per usare un termine non edulcorato) per vendersi persino la loro casa.
        Ecco, io preferirei che il Comune di Roma, per essere in un paese civile, investisse le risorse pubbliche per porsi domande come queste, per chiedersi come sia stato possibile diventare una società dove si accetta con grande disinvoltura che il suo nucleo fondamentale, la famiglia, diventi quella costituita da un essere umano con cani e gatti.

      • Non concordo: trattare da esseri senzienti gli “altri” animali e’ segno di civilta’: basta col sostenere che devi scegliere se amare gli animali o le persone: ognuno ha un proprio vissuto che va rispettato, e le brutte esperienze esistenziali sono quasi tutte legate al rapporto con l’essere “umano”. Cio’ che ti qualifica e’ la tua ricchezza umana interiore: l’essere un indigente non ti rende migliore, ma quanto sei disposto a dare per gli aaltri, animali o persone che siano, e quanto ti dedichi alla tua cura e crescita personale.

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