mercoledì 12 Marzo 2025

Trump ritira i fondi alla Columbia University e arresta gli studenti pro-Palestina

L’amministrazione Trump ha annunciato il ritiro di 400 milioni di dollari destinati alla Columbia University, una delle istituzioni accademiche più prestigiose degli Stati Uniti e protagonista negli scorsi mesi di ampie proteste studentesche in favore del popolo palestinese. Il provvedimento, che comporta la cancellazione di sovvenzioni e contratti federali, è stato giustificato con l’accusa rivolta all’università di non aver contrastato adeguatamente episodi di antisemitismo all’interno del campus. La decisione arriva negli stessi giorni dell’arresto, da parte delle autorità federali per l’immigrazione, di un attivista palestinese che ha avuto un ruolo centrale nelle proteste contro Israele all’interno dell’ateneo. Un chiaro segnale dell’inizio della politica di repressione annunciata da Trump contro gli studenti che denunciano il genocidio israeliano.

“La Columbia University, come tutte le altre istituzioni, deve rispettare le leggi federali antidiscriminazione se vuole continuare a ricevere finanziamenti pubblici. Per troppo tempo ha ignorato questo obbligo nei confronti degli studenti ebrei”, ha dichiarato la Segretaria all’Istruzione Linda McMahon in un comunicato.

Già lo scorso giugno, nel pieno delle diffuse manifestazioni in ateneo, in solidarietà con il popolo palestinese, l’università aveva istituito una task force incaricata di ridefinire il concetto di “fanatismo” e di chiarire la definizione di “antisemitismo”. La decisione aveva suscitato polemiche tra studenti e docenti, convinti che l’ateneo stesse tentando di criminalizzare le manifestazioni a favore di Gaza. Infatti, nonostante le proteste, l’organizzazione era riuscita a pubblicare un documento in cui ridefiniva l’antisemitismo, includendo al suo interno anche l’antisionismo, ovvero la negazione del diritto all’esistenza dello Stato di Israele. Linee guida che, di fatto, hanno reso la critica all’esistenza dello Stato di Israele equiparabile ad un atto di antisemitismo, con possibili ripercussioni disciplinari e legali per gli studenti.

A dimostrarlo è il caso di Mahmoud Khalil. Laureato alla Columbia in Affari Internazionali, l’attivista palestinese è stato arrestato nel suo appartamento di proprietà dell’università dagli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE). Questi ultimi hanno fatto irruzione nell’edificio prendendolo in custodia, segnando la prima operazione di “deportazione” pubblicamente nota nell’ambito della stretta annunciata da Trump contro gli studenti coinvolti nelle proteste per Gaza. Un’operazione che l’amministrazione ha giustificato sostenendo che i partecipanti alle manifestazioni abbiano perso il diritto di rimanere nel Paese per aver sostenuto Hamas. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha infatti specificato che il governo procederà con la revoca dei visti e delle carte verdi per i “sostenitori di Hamas” negli Stati Uniti, al fine di espellerli.

John McLaughlin, consigliere presidenziale per la sicurezza nazionale, ha confermato che l’arresto di Khalil è direttamente collegato alla sua attività politica nel campus. “Ha guidato iniziative allineate con Hamas, un’organizzazione terroristica designata”, ha riferito in una nota ufficiale. Khalil era stato tra i principali negoziatori degli studenti nelle trattative con l’amministrazione universitaria per lo smantellamento dell’accampamento di tende eretto nel campus durante le proteste della scorsa primavera. Il suo ruolo di primo piano lo aveva reso un bersaglio, e nelle ultime settimane gli attivisti filo-israeliani avevano chiesto a gran voce che venisse espulso dal Paese. 

Un’intervento dunque con cui l’amministrazione Trump dimostra ufficialmente di voler reprimere le proteste studentesche, trasformando la solidarietà nei confronti del popolo palestinese in un rischio politico e legale per chiunque decida di esprimersi apertamente.

[di Gloria Ferrari]

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2 Commenti

  1. All’origine della democrazia in Grecia era la distinzione fra idioti e politici che si riteneva iniziare con la pubertà, in questa stagione della vita il singolo decideva se pensare alla Polis e perciò doveva impegnarsi al servizio di Atene con tutto se stesso, oppure preoccuparsi solo di se stesso e fare soldi da idiota si diceva e in questo caso l’insegnamento era di fare formaggi che avrebbe garantito ricchezza in ogni frangente.
    Ovviamente la vita di Trump è la prova provata che scelse d’essere idiota, il suo cervello è atrofizzato e ormai incapace di comprendere anche solo New York altro che il Mondo.
    Purtroppo tra i Demoniocratici c’era ancora di peggio, ma per fortuna era da molto tempo che il Mondo doveva imparare a fare a meno degli USA, il loro Secolo d’oro terminò nel 2001, finiti come prima l’Inghilterra, la Francia, ancora la Spagna, il Portogallo e l’Olanda e prima ancora la Prussia e la Toscana, addio per sempre la storia non torna mai indietro!

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