mercoledì 19 Marzo 2025

Gli scienziati hanno scoperto centinaia di nuove specie animali oceaniche

Ci sono squali a forma di chitarra, coralli a ventaglio e lumache velenose dotate di denti simili ad arpioni: è quanto scoperto grazie al lavoro di ricerca condotto da Ocean Census, iniziativa globale che punta ad accelerare la catalogazione della biodiversità marina. Grazie ad immersioni ed esplorazioni con sommergibili, la squadra ha catalogato ben 866 potenziali nuove specie, il che dimostra, secondo i ricercatori, la straordinaria diversità biologica ancora ignota agli scienziati e quanto ancora poco sappiamo degli abissi oceanici. «Queste ultime scoperte dimostrano come la collaborazione internazionale possa far progredire la nostra comprensione della biodiversità oceanica», ha dichiarato Mitsuyuki Unno, direttore esecutivo della Nippon Foundation-Nekton Ocean Census, il quale ha sottolineato però che le conferme e le registrazioni ufficiali potranno richiedere anni e che alcune specie potrebbero estinguersi ancora prima di essere documentate.

Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre, ma rimangono tra gli ambienti meno esplorati del pianeta, in quanto si stima che solo il 10% delle specie marine sia stato identificato. Le profondità oceaniche ospitano ecosistemi complessi, ancora in gran parte sconosciuti, popolati da creature che si sono adattate a condizioni estreme, come alte pressioni e temperature variabili. Per colmare questa lacuna, nel 2023 è stato avviato Ocean Census, un’iniziativa globale che coinvolge più di 800 scienziati provenienti da 400 istituzioni. Il progetto, con un orizzonte decennale, punta a identificare 100.000 nuove specie e ad accelerare la catalogazione della biodiversità marina, utilizzando tecnologie all’avanguardia come il sequenziamento del DNA ambientale e l’imaging in tempo reale. Per quanto riguarda l’ultima scoperta, le nuove specie sono state individuate grazie a 10 spedizioni che hanno previsto immersioni di subacquei, esplorazioni con sommergibili pilotati e veicoli a comando remoto, in missioni che hanno raggiunto profondità comprese tra 1 e 4.990 metri. Gli scienziati hanno condotto analisi dettagliate, raccogliendo campioni per la classificazione e lo studio genetico delle specie rilevate.

Lo squalo chitarra scoperto durante le spedizioni. Credit: The Nippon Foundation-Nekton Ocean Census / Peter Stahlschmidt © 2025
Il nuovo “ottocorallo” scoperto durante le spedizioni. Credit: The Nippon Foundation-Nekton Ocean Census / Peter Stahlschmidt © 2025

I ricercatori hanno dichiarato che tra le scoperte più rilevanti figurano un elegante ottocorallo dalle Maldive capace di svolgere un ruolo chiave nella stabilità della barriera corallina, uno squalo chitarra del genere Rhinobatos – la 38esima specie simile al mondo, trovata a 200 metri di profondità al largo di Mozambico e Tanzania – e una lumaca predatrice, chiamata “Turridrupa magnifica”, capace di iniettare tossine nelle sue prede. Quest’ultima, spiegano i ricercatori, risulta particolarmente interessante perché i composti bioattivi del suo veleno potrebbero avere applicazioni mediche, come già avvenuto con specie affini per lo sviluppo di farmaci antidolorifici. In tutti i casi, nonostante il lavoro compiuto dimostri che le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il settore della ricerca marina, gli esperti hanno sottolineato che ogni nuova specie scoperta necessita di un processo di identificazione, che spesso è lento e si protrae persino per anni: «Passare attraverso il processo di revisione paritaria accademica per avere il nome di quella specie in un articolo può richiedere un lasso di tempo così straordinario che quasi ostacola quella conoscenza. I nostri ambienti marini stanno affrontando sfide straordinarie e se vogliamo iniziare a comprendere la biodiversità, la connettività, la biogeografia e la potenziale perdita, come ad esempio l’impatto che questo cambiamento climatico avrà sul nostro ambiente marino, dobbiamo iniziare a trovare modi più rapidi», ha commentato Michelle Taylor, esperta di coralli presso l’Università dell’Essex e ricercatrice per Ocean Census, aggiungendo che in futuro l’organizzazione intraprenderà 10 nuove spedizioni allo scopo di fornire ulteriori dettagli sulla biodiversità marina e contribuire alla scoperta di nuove specie che popolano le profondità oceaniche.

[di Roberto Demaio]

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