Mobilitare i risparmi delle famiglie per sostenere il riarmo europeo: è una delle proposte lanciate dalla Commissione europea e contenuta nel Libro Bianco per il Futuro della Difesa Europa, il documento volto a organizzare il settore degli investimenti militari e della Difesa a livello comunitario. In particolare, i vertici di Bruxelles intendono creare una Unione dei risparmi e degli investimenti per mettere in circolo i 10 mila miliardi di risparmi presenti nei conti correnti, trasformandoli in capitali di rischio e in investimenti con l’obiettivo di sostenere la competitività dell’industria europea e il riarmo: “l‘Unione dei risparmi e degli investimenti aiuterà a convogliare l’investimento privato aggiuntivo nel settore della difesa. Essa potrebbe, da sola, attrarre centinaia di miliardi aggiuntivi all’anno nell’economia europea, rafforzando la sua competitività”, si legge nel Libro Bianco. La misura prevede, per la sua realizzazione, di eliminare le barriere finanziarie tra gli Stati membri e la possibile creazione di un “conto di risparmio e investimento” per incentivare e agevolare la partecipazione dei piccoli risparmiatori al mercato dei capitali. Inoltre, sono previste nuove regole di “due diligence” nel settore finanziario e dei provvedimenti per potenziare «l’alfabetizzazione finanziaria» tra i cittadini. Il piano sui risparmi sarà discusso oggi dalla Commissione, anche sulla scia delle considerazioni e delle proposte di Mario Draghi, e ai governi nazionali verrà presentata la proposta di comunicazione sull’Unione dei risparmi e gli investimenti.
I conti di risparmio e investimento – che potrebbero essere i principali mezzi per attivare le risorse economiche private – dovrebbero essere strumenti finanziari che combinano le caratteristiche dei conti di risparmio tradizionali con opportunità di investimento, permettendo così di accumulare capitale nel tempo e ottenere rendimenti superiori rispetto ai conti deposito o ai conti correnti standard. Per invogliare i cittadini a investire le loro risorse, infatti, sarebbe previsto l’aumento dei rendimenti sui risparmi e l’ampliamento delle opportunità di finanziamento per le imprese. Secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, in alcuni Paesi questo strumento è già utilizzato e ha dato buoni risultati, grazie a piattaforme digitali semplici da usare, regole fiscali semplificate e rendimenti preferenziali. Non a caso, la Commissione ha in programma di presentare, entro giugno, «proposte di revisione della due diligence, della trasparenza e dei requisiti prudenziali per banche e assicuratori» con «un’ulteriore semplificazione» delle regole, una sorta di “deregolamentazione finanziaria” che dovrebbe promuovere la capacità di convogliare gli investimenti nel settore bellico. L’adozione di un provvedimento sui conti di risparmio è prevista entro settembre e potrebbe essere un provvedimento legislativo o meno a seconda della posizione di Consiglio e Parlamento.
Fondamentale, però, per mobilitare i risparmi a favore della Difesa e della competitività europea, è l’abolizione delle barriere finanziarie tra gli Stati membri. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, «le barriere tra gli Stati membri sui servizi finanziari nel mercato interno equivalgono a dazi del 100%». Di conseguenza, la «necessità di rimuovere gli ostacoli alle attività transfrontaliere, di semplificare e rendere proporzionale la regolamentazione, e di una maggiore attenzione all’educazione finanziaria» sarebbero obiettivi condivisi da Stati membri, industria finanziaria e società civile, con cui la Commissione UE si è confrontata negli scorsi mesi. Sempre secondo Il Sole 24 ore, il piano della Commissione riguarda «l’intero sistema finanziario dell’Unione» e richiede «molto coraggio» da parte delle capitali europee, in quanto comporta una inevitabile cessione di sovranità. Quest’ultima riguarda sia il piano finanziario che quello militare. Del resto, lo stesso Mario Draghi, parlando ieri in audizione al Senato sul futuro della competitività europea ha detto, in relazione all’integrazione degli eserciti europei, che «occorre definire una catena di comando di livello superiore […] in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali».
A completare il quadro di cessione delle sovranità nazionali subentra poi la realizzazione di un sistema bancario integrato e l’Unione bancaria, fondamentali per rimuovere le barriere transfrontaliere e per il successo dell’Unione dei risparmi e degli investimenti. Il riarmo e il rilancio della competitività europea si configurano, dunque, come gli elementi cardine per raggiungere quegli obiettivi che l’Unione non ha raggiunto fino ad ora, vale a dire accentrare sempre di più il potere decisionale a livello comunitario e attingere al risparmio privato dei cittadini. Il tutto anche per risollevarsi da una crisi economico-industriale che sta pesando sulle industrie e il tessuto sociale, tanto che sta circolando l’ipotesi di una possibile riconversione del settore automobilistico verso la Difesa. Del resto, come disse il Senatore e ex primo ministro italiano Mario Monti, «non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi – e di gravi crisi – per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario». In questo caso, a pagare le conseguenze della crisi e il riarmo europeo potrebbero essere direttamente i cittadini con i loro risparmi.
[di Giorgia Audiello]
Col cazzo!
non saprei dirlo meglio, aggiungo, andate voi al fronte a combattere brutte merde!!