martedì 1 Aprile 2025

In Spagna sono state ritrovate tracce di una popolazione europea finora sconosciuta

Un’inaspettata svolta nella storia dell’evoluzione umana in Europa. Nel sito di Sima del Elefante nei Monti Atapuerca, in Spagna, un team di ricercatori ha rinvenuto i resti di quella che si ritiene una popolazione umana sconosciuta, vissuta in zona oltre 1,1 milioni di anni fa. I resti comprendevano un cranio parziale con il lato sinistro del volto di un ominide adulto e, secondo gli esperti, è il più antico fossile umano mai scoperto nell’Europa occidentale. Gli scienziati hanno dettagliato i risultati all’interno di un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Nature e ipotizzano che possa appartenere all’Homo erectus, specie nota in Africa e Asia ma mai identificata con certezza nel continente europeo. D’altra parte però, la morfologia del cranio differisce da quella di altre specie conosciute, rendendo l’attribuzione incerta. «Questa conclusione è la proposta più onesta che possiamo fare con le prove in nostro possesso. È prudente, ma è anche un po’ audace, perché non escludiamo la possibilità che possa trattarsi di qualcosa di diverso», ha commentato María Martinón-Torres, direttrice del Centro nazionale spagnolo di ricerca sull’evoluzione umana.

Fino ad oggi, spiegano i coautori, il primo abitante conosciuto dell’Europa occidentale era ritenuto l’Homo antecessor, vissuto circa 850.000 anni fa e scoperto sempre nei pressi di Sima del Elefante. Si tratta di una specie che presentava tratti facciali simili a quelli dell’Homo sapiens, con una struttura più verticale e piatta, al contrario del nuovo fossile che, invece, mostra un volto più sporgente, caratteristica che lo avvicina a Homo erectus. Oltre ai resti umani, inoltre, nel sito sono stati rinvenuti strumenti in pietra e ossa di animali con segni di macellazione, suggerendo un insediamento attivo in un ambiente boschivo con praterie umide, ricche di prede. Per quanto riguarda i risultati dettagliati nello studio, invece, è stato adottato un approccio multidisciplinare, combinando analisi tradizionali con imaging avanzato e ricostruzioni 3D per studiare il frammento di volto rinvenuto. I ricercatori non hanno potuto datare direttamente il fossile, ma hanno stimato la sua età tra 1,4 e 1,1 milioni di anni spiegando di aver analizzato gli strati sedimentari circostanti.

Inoltre, il team ha anche rianalizzato una mandibola parziale trovata nel 2007 a Sima del Elefante, ma a un livello di sedimento leggermente più alto. Gli autori dello studio ora ritengono che appartenesse alla stessa popolazione di umani preistorici. Tuttavia, con solo piccole parti del volto, è stato impossibile identificare la specie di ominide in modo conclusivo. Pertanto, il team l’ha assegnata a “Homo affinis erectus”, dove affinis significa affine a, per indicare che il fossile è strettamente correlato a, ma distinto da, una specie nota. «Dobbiamo ancora scavare i livelli inferiori di Sima del Elefante. Quindi chissà? Potremmo avere altre sorprese. Penso che la scoperta chiave sia che stiamo documentando per la prima volta una popolazione di ominidi che non sapevamo di avere in Europa», ha aggiunto Torres, sottolineando che si tratta di una nuova evidenza che solleva interrogativi sulle migrazioni umane arcaiche e sulla diversità evolutiva del genere Homo nel continente.

[di Roberto Demaio]

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