A pochi giorni dal ventennale del G8 di Genova, una Venezia spettrale, perimetrata e sorvegliata da uno schieramento sorprendente di forze dell’ordine, sarà teatro del nuovo G20 dell’Economia. 63 delegazioni composte dai ministri dell’Economia e delle Finanze e dai direttori delle banche centrali dei 20 paesi più sviluppati al mondo si riuniranno dall’8 all’11 luglio negli spazi dell’Arsenale.
Quella presieduta e patrocinata da Mario Draghi rappresenta la sedicesima edizione della riunione che, dal 1999 a Berlino al giorno d’oggi, riunisce i 20 paesi più industrializzati al mondo (ad eccezione di Spagna e Paesi Bassi), i rappresentanti dell’80% del PIL mondiale, con l’obiettivo di favorire internazionalità e globalizzazione economica. Stavolta all’ordine del giorno ci saranno, oltre alla riunione a porte chiuse dei ministri delle finanze, il «Global Forum of Productivity», che si occuperà principalmente di strategie di ripresa economica a seguito della pandemia, l’«International Conference on Climate» e soprattutto il «G-20 High Level Tax Symposium» che discuterà dell’introduzione di un’imposta del 15% sui profitti delle grandi multinazionali a livello globale. La stessa aliquota definita dal coordinatore dell’Osservatorio fiscale europeo Gabriele Zucman come «un tasso ridicolmente basso», da alzare almeno al 25%.
Nonostante alcuni quotidiani nazionali, seguendo una moda sempre verde nel giornalismo italiano, si sono limitati a parlare dell’incubo black bloc, sono molte le iniziative di contestazione del G20, in preparazione. Un presidio di attivisti si riunirà sabato 10 alle 14.30 in riva delle Zattere al grido di «Noi siamo una marea, voi solo (G)20!», per una giornata di mobilitazione contro il meeting ufficiale. A partecipare saranno gli stessi attivisti che il 5 luglio, a Padova, Bologna, Roma e Milano, hanno occupato gli ingressi delle banche legate al gruppo Intesa San Paolo, pesantemente coinvolto nel finanziamento dell’industria fossile. Venerdì 9, alle 18.30, si terrà il dibattito «La vita a valore: lotte sociali, ecologiche, transfemministe contro la finanziarizzazione della vita». Un vero e proprio controvertice che dibatterà delle dinamiche dell’estrazione del valore all’interno di economie completamente finanziarizzate, mettendo a tema proprio quella connessione tra lotte ecologiche e lotte sociali che la pandemia ha imposto all’attenzione di tutti.
[di Jacopo Pallagrosi]