«L’epidemia di oppioidi è una crisi di salute pubblica nazionale che ha bisogno di una soluzione nazionale», ha dichiarato il Procuratore Generale della North Carolina, uno dei principali negoziatori della coalizione bipartisan di procuratori di stato USA che a questa soluzione sembra ci si stia avvicinando. Il 21 luglio, infatti, è stata annunciata una risoluzione che prevede il pagamento, a beneficio delle casse di diversi Stati americani, di 26 miliardi di dollari da parte di 4 grandi aziende farmaceutiche (tra cui la Johnson & Johnson) coinvolte nella distribuzione di oppioidi antidolorifici, nonostante dipendenze e morti da overdose stiano crescendo esponenzialmente.
Un oppioide è un composto chimico psicoattivo che ha effetti farmacologici assimilabili a quelli della morfina. Si va dunque dalla codeina al Fentanyl, dall’eroina al metadone. I dati del 14 luglio del National Center for Health Statistics evidenziano un’impennata di morti di overdose proprio in coincidenza con il picco dell’epidemia di covid-19. Tra il dicembre 2019 e il dicembre 2020 più di 93.000 americani sono morti di overdose; circa il 29,4% in più rispetto all’anno precedente. Dati impressionanti: stiamo parlando di circa 255 morti al giorno. Più o meno la media attuale delle morti di coronavirus in USA. L’autorevole rivista scientifica The Lancet dice in proposito che «dalla metà degli anni ’90 più di mezzo milione di morti sono state attribuite agli oppioidi, alimentate da recessione economica, avidità aziendale e atteggiamenti mutevoli riguardo alla gestione del dolore». Evidentemente, la situazione di crisi economica, sociale e psichica innescata dalla pandemia ha funzionato da acceleratore di questo fenomeno. Si pensi solo alle interruzioni nei servizi di trattamento, all’accesso ridotto alle pratiche di riduzione del danno, e alla chiusura di siti di iniezione sicuri. Prevedibilmente, i numeri sono più alti in aree urbane afflitte dalla depressione economica e tra la popolazione nera.
Purdue Pharma, uno tra i maggiori colossi del farmaco, nel 2020 si è dichiarato colpevole rispetto alle accuse circa la promozione di farmaci a base di Ossicodone, un oppioide che da grandissima assuefazione, disinformando riguardo ai potenziali rischi, influenzando l’educazione medica e garantendosi una legislazione meno restrittiva attraverso attività di lobbying e contributi a campagne elettorali. Letitia James, Procuratore Generale dello Stato di New York, ha detto che aziende come Purdue e Johnson & Johnson «hanno soffiato sul fuoco della dipendenza da oppioidi per più di vent’anni». Le aziende McKesson, Cardinal Health e AmerisourceBergen sono state accusate di aver ignorato le spedizioni di antidolorifici deviate verso canali illegali, mentre Johnson & Johnson avrebbe minimizzato il rischio di dipendenza nei suoi contenuti di marketing per gli oppioidi. Tutte le aziende hanno negato le accuse, ma hanno patteggiato un pagamento complessivo di 26 miliardi che verranno distribuiti proporzionalmente ai diversi Stati al fine di trattamenti di cura e prevenzione.
Certamente un importante passo avanti, sebbene alcune personalità istituzionali, come il procuratore di Washington, hanno dichiarato che un patteggiamento del genere non è abbastanza e che le aziende devono essere dichiarate penalmente responsabili in tribunale.
[di Jacopo Pallagrosi]
Ovviamente la notizia non avrà alcuno spazio sui media ufficiali.
Evidentemente se patteggiano cifre di questo calibro senza battere ciglio possono permettersi di fare shopping senza grossi problemi.
A quanto pare in Italia hanno comprato politica e informazione a prezzi di svendita.
La dice lunga su come si muove Bigpharma!
Gli irresponsabili per legge per i sieri anti Sars-cov2.
Dei delinquenti.