Il rettorato dell’Università di Bologna è stato occupato dagli studenti e dalle studentesse della stessa: nella giornata di ieri infatti i ragazzi si sono recati in via Zamboni 33, dove l’Università ha la sua sede, e si sono accampati nei corridoi. A comunicarlo sono stati gli stessi occupanti tramite un post su Facebook di “Split” – uno spazio universitario di Bologna – nel quale oltre ad esortare altri studenti a partecipare alla protesta hanno anche indicato le motivazioni alla base della contestazione. «Non avere un tetto sopra la testa, e se ce l’hai molto spesso è in appartamenti fatiscenti con prezzi esorbitanti, rincorrere le scadenze di CFU imposte dall’Università per non perdere la borsa di studio, lavorare a nero con paghe con cui a malapena si riesce a pagare l’affitto: è la vita che tanti e tante di noi attualmente vivono, ma sicuramente non è quella che vogliamo», si legge all’interno del post.
Per tutti queste ragioni, dunque, gli studenti hanno deciso di occupare «il cuore dell’università» e da lì hanno lanciato le loro richieste, ossia: «Alloggi per gli idonei non assegnatari degli studentati, Università garante degli affitti concordati, condono di more su tutti i ritardi delle tasse, recupero di spazi vuoti da convertire in case per studenti e studentesse, stop ai ricatti di merito e temporali». Fino a quando tutto ciò non sarà realtà – concludono- non porranno fine alla loro contestazione.
Le richieste degli studenti però non sembrano essere infondate. In tal senso, a confermare l’emergenza abitativa a Bologna è stato l’ex Rettore dell’Università, Francesco Ubertini, che recentemente ha parlato di un «problema di caro-affitti». «Serve una strategia per distribuire meglio in città gli studenti, ragionando sulla scarsa offerta di studentati che vi è tuttora» ha dichiarato Ubertini, il quale ha aggiunto che «nell’anno del Covid c’è stato un +9% di immatricolazioni, con un aumento delle domande oggi del 15%», motivo per cui «il tema distribuzione sta diventando esplosivo».
Anche Paola Bonora, docente dell’Università di Bologna, ha confermato l’esistenza di problemi di questo tipo affermando: «Si stanno costruendo una quantità spaventosa di cosiddetti studentati, ma che con gli studenti hanno poco a che fare. Se si analizzano i progetti si vedrà che sono previsti canoni d’affitto di svariate centinaia di euro. Quale studente può permettersi di pagare 600, 700, 800 euro al mese?».
[di Raffaele De Luca]