La Camera dei deputati ha approvato, in via definitiva, le Misure per contrastare il finanziamento delle mine antipersona e delle munizioni a grappolo. La votazione unanime del 2 dicembre, con 383 voti a favore e nessun contrario, impedirà il coinvolgimento dell’Italia nella produzione di questi ordigni, messi fuori legge da due Convenzioni internazionali. Il risultato (in realtà già ottenuto nella XVII Legislatura ma reso inapplicabile da un vulnus costituzionale evidenziato dal Presidente Mattarella) è frutto della mobilitazione portata avanti dalla Campagna Italiana contro le Mine.
“Se lo Stato democratico rifiuta il coinvolgimento diretto nell’utilizzo, nella produzione e nel commercio di alcuni tipi di armamento, non può essere permesso nemmeno un coinvolgimento indiretto finanziario”. Accoglie così questa presa di posizione la Rete Italiana Pace e Disarmo, la più importante associazione del Paese per il disarmo. “Attendiamo ora la controfirma del Presidente della Repubblica che farà entrare in vigore la Legge.”
Nonostante gli ordigni vennero messi al bando nel 1997 con il Mine Ban Treaty, sono circa 50 milioni quelli pronti a scoppiare nel mondo. Il Landmine Monitor, il rapporto sulle mine antiuomo, ha svelato che nel 2020 sono state 7.073 le vittime di mine/residui bellici: 2.492 i morti e 4.561 i feriti. Inoltre, solo 164 paesi hanno ratificato la Convenzione sulla messa al bando degli arsenali. Tra le potenze più importanti, mancano ancora all’appello Stati Uniti, Russia, India, Cina.
[di Iris Paganessi]