giovedì 4 Luglio 2024

Covid, la strada contro corrente della Florida

La Florida, lo stato Usa che ha scelto da tempo di adottare una politica decisamente poco restrittiva in ottica Covid, sta attualmente vivendo una situazione grossomodo simile a quella presente in altri territori statunitensi. Dopo aver fatto i conti con una nuova ondata durante il periodo estivo, con il picco di contagi registratosi a metà agosto (una media settimanale di 56.000 contagi) e quello dei decessi a metà settembre (una media settimanale di 644 morti), la curva epidemica è infatti iniziata a calare nonostante il governatore dello Stato, Ron DeSantis, abbia deciso di non imporre restrizioni per far fronte alla difficile situazione in quel momento presente e di schierarsi contro la linea politico-sanitaria dell’amministrazione Biden.

Attualmente infatti in Florida si viaggia ad una media settimanale di 1941 casi al giorno e di 46 morti al giorno: si tratta di numeri anche minori rispetto a quelli registrati in alcuni stati Usa come ad esempio la Pennsylvania, dove la media settimanale è di 8370 casi e 102 decessi al giorno. Inoltre, anche guardando al totale delle morti e dei contagi per milione di persone verificatisi dall’inizio della pandemia, la Florida sembra avere dei numeri simili a quelli riportati per gli altri stati Usa. Volendo poi fare un paragone con l’Italia, dove l’accesso a diverse attività è riservato esclusivamente ai possessori dell’ormai noto Super Green Pass e dove il 74,4% della popolazione si è sottoposto a due dosi del vaccino anti Covid – a differenza del 62,4% della Florida – ci si accorge di come i numeri attuali non siano di gran lunga migliori di quelli di quest’ultima: al momento infatti si viaggia a una media settimanale di 16.634 contagi al giorno e di 91 morti. Seppur il nostro Paese abbia una popolazione superiore (59,55 milioni di abitanti, più del doppio dei 21,48 milioni dello stato Usa) appare evidente che, dal punto di vista dei contagi, le restrizioni nostrane non abbiano prodotto risultati migliori.

Detto ciò, bisogna ricordare che mentre nel periodo in cui sono stati registrati i picchi la Florida veniva ampiamente citata dai media mainstream, che parlavano del «boom di casi» nonché del «fallimento della politica negazionista», attualmente lo stato è praticamente scomparso dai radar. Si tratta però di un caso certamente atipico del quale si dovrebbe dare notizia dato che, come anticipato precedentemente, la Florida da tempo non impone le classiche restrizioni a cui tutti noi siamo ormai abituati. In tal senso, come riportato dal terzo quotidiano statunitense per diffusione UsaToday, vi è stato un solo lockdown (ad inizio pandemia) durato poco più di un mese. Inoltre il governatore Ron DeSantis ha sospeso gli «ordini per l’emergenza COVID-19» il 3 maggio scorso ed ha limitato la possibilità del governo di imporre l’obbligo di indossare la mascherina ed il distanziamento sociale, mentre lo stato di emergenza è scaduto il 26 giugno.

A tutto ciò si aggiunga che recentemente DeSantis ha firmato un pacchetto di leggi contro le norme federali che obbligano i lavoratori a vaccinarsi, vietando così ai datori di lavoro privati di imporre tale misura e permettendo ai dipendenti di scegliere tra numerose esenzioni o di sottoporsi a test periodici a spese dei datori, che nel caso violassero queste linee guida dovrebbero pagare una multa che può andare dai 10 mila ai 50 mila dollari in base alla grandezza dell’azienda. Gli enti governativi, poi, «non possono richiedere la vaccinazione a nessuno, compresi i dipendenti» ed anche le istituzioni scolastiche «non possono chiedere agli studenti di essere vaccinati contro il Covid». Inoltre, le scuole non possono nemmeno imporre «politiche relative alle mascherine» e «mettere in quarantena gli studenti sani».

Ma la politica sanitaria in controtendenza non si ferma qui: la Florida si è concentrata molto anche sulla prevenzione e sulla cura del Covid. Il Dipartimento della Salute dello stato, infatti, non solo ricorda che «i vaccini continuano ad essere ampiamente disponibili», ma invita anche i cittadini ad «ottimizzare la propria salute uscendo all’aperto, rimanendo attivi e mangiando cibi ricchi di vitamine e sostanze nutritive». Inoltre la Florida, che è stata tra i primi stati Usa ad ampliare significativamente l’accesso alle terapie con anticorpi monoclonali, «continua a garantire un’adeguata fornitura delle stesse», che «possono prevenire malattie gravi, ospedalizzazione e morte in pazienti ad alto rischio che hanno contratto o sono stati esposti al Covid-19».

[di Raffaele De Luca]

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3 Commenti

  1. Segnalo l’opera di Roberto Mazzini che ci tiene costantemente informati sui retroscena politici e strategici dagli Stati Uniti e dalla florida in particolare attraverso il suo sito Mazzoni news

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