sabato 23 Novembre 2024

In Italia sta finalmente diminuendo la presenza di pesticidi nei cibi

Secondo l’ultimo dossier Stop Pesticidi realizzato da Legambiente, lo scorso anno c’è stato un piccolo calo dei residui di pesticidi negli alimenti. Il resoconto riporta i dati elaborati nel 2020 dai laboratori pubblici italiani, per quanto concerne il controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari. Tali strutture hanno inviato i risultati di 2.519 campioni di alimenti di origine vegetale, includendo i prodotti derivati da apicoltura – anche se non appartenenti propriamente alla categoria – di provenienza italiana ed estera. L’elaborazione dei dati riporta una percentuale bassa di campioni irregolari, ovvero con principi attivi oltre le soglie consentite, pari all’1.39% di quelli totali. Difatti, il 63% dei campioni analizzati è regolare e privo di sostanze nocive, mentre il restante 35% contiene uno o più residui, seppur nei limiti di legge.

Secondo quanto riportato dal dossier, la frutta si piazza al primo posto per la percentuale maggiore di campioni regolari con uno o più residui di pesticidi. Sono stati individuati un campione di pere con 12 residui, uno di ciliegie con 10 residui e uno di prugne con 9 residui. Quest’ultimo, però, è stato indicato come irregolare, per via del superamento dei limiti imposti e la presenza di sostanze non autorizzate. Nella categoria “frutta”, gli alimenti che presentano la maggior presenza di fitofarmaci, sono l’uva da tavola con il 85,71%, le pere con l’82,14%, le fragole con il 71,79% e le pesche con il 67,39%. Per quanto riguarda la verdura, è stata osservata una quantità maggiore di alimenti regolari senza residui (73,81%). In questo caso, solo poche tipologie presentano un’alta presenza di pesticidi, come i pomodori (60,20%) e i peperoni (48,15%). Infine, tra gli alimenti trasformati, il vino e il miele sono quelli a presentare una maggiore percentuale di residui permessi, contando rispettivamente circa il 39,90% e il 20%.

Quando si fa riferimento ai pesticidi, si parla principalmente di fungicidi e insetticidi, sostanze altamente nocive per l’uomo, ma anche per altri organismi importantissimi per i nostri ecosistemi. Nell’indagine, per esempio, ha destato preoccupazione la presenza dell’insetticida thiacloprid in campioni di mele, lamponi, melograno, mirtilli, pere, pesche, tè verde e miele, e dell’insetticida imidacloprid in campioni di peperoni e tè verde. Si tratta di due sostanze attive particolarmente nocive per le api, il cui impiego non è più consentito dai Reg. CE 2020/23 (thiacloprid) e Reg. CE 2020/1643 (imidacloprid), la cui data di entrata in vigore, tuttavia, potrebbe aver permesso l’accettabilità dei campioni.

Nel quadro generale di Legambiente, viene fatto riferimento anche a un positivo avanzamento della ricerca – con l’utilizzo di tecnologie innovative -, e al successo del biologico. Sono ben 23 milioni le famiglie che hanno acquistato bio almeno una volta nell’ultimo anno, e non si tratta soltanto di persone che si impegnano a condurre uno stile di vita salutista. Ad esempio, si sta riscontrando un cambiamento nella percezione del biologico tra i giovani, i cosiddetti millennial, i quali ricercano – in un rapporto maggiore del 50%-, prodotti provenienti da questa categoria. Infine, ulteriore dato positivo riguarda la credibilità che sta acquisendo sempre più il “bio italiano” sui mercati nazionali ed internazionali.

Alla luce di ciò è fondamentale continuare ad adoperarsi per raggiungere obiettivi sempre più importanti, come prefissato da Farm to Fork – piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per attivare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente –  e dalla strategia Europea per la Biodiversità, avviata dal Ministero della Transizione Ecologica. Queste, entro il 2030 prevedono: riduzione del 50% dei pesticidi e del 20% dei fertilizzanti, riduzione del 50% degli antibiotici, raggiungimento del 10% delle aree agricole destinate ai corridoi ecologici e del 25% di superficie coltivata a biologico in Europa.  

[di Eugenia Greco]

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