L’Unione Europea ha richiesto un embargo internazionale delle armi per il governo della Birmania e un aumento delle sanzioni dopo il massacro di almeno 35 ribelli pro-democrazia della settimana scorsa. Tra le vittime vi erano civili e operatori umanitari, tra i quali due dipendenti di Save the Children. L’Assemblea Generale ONU aveva giĂ votato a giugno contro l’ulteriore invio di armi in Birmania, ma si era trattato di una misura simbolica in quanto non sostenuta oltre dal Consiglio di Sicurezza, il cui potere di veto è detenuto da Russia e Cina (i principali fornitori di armi della Birmania). La Birmania si trova nel caos dopo il colpo di Stato militare avvenuto a febbraio, in seguito al quale almeno 1300 civili sono stati uccisi.