Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato sanzioni contro 15 esponenti del governo bielorusso, e tra loro c’è il presidente Alexandr Lukashenko. Le misure, che includono il divieto di viaggio nell’Unione e il congelamento dei beni, sono state decise “in relazione alla violenta repressione e intimidazione di manifestanti pacifici, membri dell’opposizione e giornalisti dopo le elezioni presidenziali del 2020 in Bielorussia”.
Le sanzioni contro il presidente rappresentano una nuova mossa europea nella partita a scacchi per obbligare Lukashenko alle dimissioni. L’Ue non ha infatti riconosciuto i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso 9 agosto (ufficialmente vinte da Lukashenko con oltre l’80% dei voti) accusando il presidente – al potere ininterrottamente dal 1994 – di brogli. Da allora si sono moltiplicate iniziative internazionali e manifestazioni da parte dell’opposizione per forzare il premier alle dimissioni, ma per ora senza nessun effetto concreto.