Venerdì 4 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jingpin si sono incontrati a Pechino, in vista della cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali che si terranno nella capitale cinese e che sono state boicottate dalle delegazioni occidentali. Il confronto aveva come scopo principale quello di portare i due paesi a fare fronte comune contro gli Stati Uniti a causa delle recenti tensioni relative all’Ucraina e non solo, e pare essere decisamente riuscito, almeno in base al documento rilasciato al termine del vertice dai due leader.
Russia signed 30-year contract to supply gas to China via new pipeline boosting 🇨🇳-🇷🇺 energy alliance amid strained ties with the West. Chinese President Xi Jinping and Russian President Putin called on west to abandon ‘cold war ideology’ in talks ahead of #Beijing2022 pic.twitter.com/TJUQ4EuJBb
— Sana Jamal (@Sana_Jamal) February 4, 2022
I due presidenti si sono infatti promessi sostegno reciproco per quanto concerne la politica estera. I russi, appoggiando le posizioni di Pechino su Taiwan e i cinesi condannando le mire espansionistiche della NATO (Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord) in Europa. Fronte comune Mosca e Pechino, l’hanno dimostrato anche nel condannare l’alleanza militare AKUS (tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito) volta a incrementare l’influenza occidentale nell’Oceano Pacifico. Il vertice di Pechino, ha inoltre portato al rafforzamento dei legami economici tra i due. Xi Jinping ha assicurato che supporterà economicamente Mosca nel caso di eventuali nuove sanzioni economiche in relazione alla questione Ucraina, mentre Putin ha espresso la volontà di siglare un nuovo accordo commerciale volto ad incrementare le esportazioni di gas russo verso il gigante asiatico.
La politica estera degli Stati Uniti, considerata come una “minaccia” da parte di Mosca e Pechino ha portato queste due potenze ad avvicinarsi sempre di più‘ anche a discapito dei loro reali interessi di lungo termine. Al momento, questa alleanza appare molto più’ solida di quella tra Washington e i suoi alleati. Anche tra Russia e Cina esistono divergenze di vedute e interessi, sulla questione Ucraina ad esempio, Pechino avrebbe lasciato intendere la sua contrarietà ad un invasione russa. Allo stesso modo, Mosca ha “chiuso almeno un occhio”, davanti ai progetti d’espansione economica di Pechino nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, tradizionalmente sotto l’influenza del Cremlino. La capacità di mettere da parte le divergenze d’interessi per un obiettivo comune pare invece al momento mancare tra gli alleati di Washington. Il peso economico di Pechino, non può non essere una fonte di preoccupazione per i paesi europei e Medio orientali alleati degli americani. Cosi per i paesi dell’Europa occidentale non sarebbe una scelta facile andare allo scontro frontale con la Russia, principale fornitore d’energia del “vecchio” continente.
[di Enrico Phelipon]
L’impero Americano, come definisce Gasner nel suo ultimo libro, ha sempre avuto il vizio di superiorità, come un bambino dispettoso che non ha mai avuto remore di un ritorno pacifico alle posizioni originali. Quello che mi fa rabbia è il ruolo dell’Italia, che non ha saputo mai decidere e prendere posizione di neutralità di fronte l’America. Si è lasciata violentare dagli americani dai finanziamenti ricevuti nel corso della storia alla collocazione delle basi Usa in Sicilia est….ora da un lato colloca la sua nave da guerra sul mar di Sicilia contro i russi e dall’altro Puitin e Draghi si sono messi d’accordo. Tutto questo mi porta alla riflessione delle strette di mano tra logge massoniche durante la guerra, i cui rappresentanti maggiormente in evidenza avevano stipulato accordi e per non dare nell’occhio, schieravano giovani soldati spingendoli ad uccidersi e morire per la patria . Erano perdite calcolabili. Come se la vita non costasse niente per questi caporioni della guerra.
Gli Usa riescono a far coalizzare i loro nemici potenziandoli, la loro strategia geopolitica è fenomenale.
..dei veri falchi.