Nelle periferie di Milano ha preso il via il 7 febbraio la campagna della ONG Azione contro la fame: grazie alle donazioni telefoniche della popolazione verranno raccolti i fondi per aiutare 50 famiglie vulnerabili, soprattutto nuclei con minori, donne incinte e coppie con lavori instabili. La campagna di donazioni terminerà il 13 febbraio. L’intervento segna l’avviarsi di un modello d’azione inedito per l’Italia, dal momento che le iniziative delle Organizzazioni Non Governative vengono abitualmente attivate nei Paesi svantaggiati del Sud del mondo o in grave crisi economica e sociale. Provvedimenti di questo tipo richiamano quindi l’attenzione sulla progressiva svalutazione del welfare in Italia, che comporta la mancanza di politiche adatte al sostegno della popolazione.
Dove il welfare viene drasticamente a mancare, bisogna porre delle toppe. Le misure sussidiarie introdotte dallo Stato per ovviare alla mancanza di benessere sociale si moltiplicano con il galoppare del neoliberismo: dal reddito di cittadinanza all’assegno sociale, gli aiuti somministrati in maniera occasionale sono volti a rattoppare qua e là il disagio sociale. Così lo Stato pone rimedio a problemi quali la disoccupazione, l’inadeguatezza dei contratti di lavoro e l’incongruità dei salari (ricordiamo che l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere ancora introdotto alcuna regolamentazione sul salario minimo e dove, in aggiunta, gli stipendi sono in discesa dal 2009).
Tuttavia, che fosse necessario l’intervento di un’organizzazione umanitaria, quindi privata, è una novità se si pensa che l’intervento è mirato alle periferie di una delle città più sviluppate di un Paese del cosiddetto “Primo mondo”. L’intervengo della campagna Azione contro la fame, denominato Mai più fame: dall’emergenza all’autonomia, mira ad aiutare inizialmente 50 famiglie povere della periferia di Milano.
Azione contro la fame è un’organizzazione umanitaria nata in Francia nel 1979, il cui scopo è combattere la fame nel mondo. Ha sede in 48 Paesi e diversi progetti attivi in Palestina, Georgia e alcuni Paesi dell’America Latina. La rete dei suoi partner comprende importanti realtà quali la Fondazione Cariplo, il Politecnico di Milano, la Croce Rossa Italiana, Terres des Hommes Italia e molte altre.
Per le famiglie della periferia di Milano, la ONG prevede un intervento che combina il sostegno alimentare immediato e la costruzione dell’autonomia alimentare a lungo termine. In pratica alle famiglie verrà concesso un sussidio di 100 euro al mese per 4 mesi e materiale informativo e sessioni di nutrizione per una corretta “educazione alimentare”. Emerge qui con forza il secondo fattore problematico della questione, ovvero l’approccio paternalistico al problema della povertà: le famiglie svantaggiate vanno educate sui temi della corretta alimentazione per sé e i propri figli, dando per scontato che non siano capaci di compiere scelte adeguate in autonomia.
Una misura di tal genere, peraltro disponibile per un periodo di tempo assai breve, non risolverà certo le cause alla base dell’impoverimento della popolazione. Secondo quanto rilevato dall’ISTAT nel 2020 erano 2 milioni le famiglie in condizioni di povertà assoluta, per un totale di circa 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione), segnando un aumento significativo rispetto al 2019. Dato inatteso è che il 47% di queste famiglie vivono nel Nord Italia (167 mila nuclei in più rispetto al Mezzogiorno). La pandemia ha certamente avuto un profondo impatto nel determinare queste condizioni, esacerbando le fratture nella società. In questo contesto il Governo attuale spinge sempre di più verso la privatizzazione dei servizi e i tagli alle spese pubbliche, misure che impattano direttamente sul welfare (basti pensare al caos che hanno creato, in tempo di pandemia, i continui tagli alla sanità). Perseguire in politiche di questo tipo non può portare che al lento soffocamento di chi non ha i mezzi per rialzarsi.
[di Valeria Casolaro]
buongiorno, io sono invece sconcertata di quanto cibo venga sia prodotto in eccesso sia quello buttato via; schifata da leggi che non consentono ai supermercati di “donare”, il cibo avanzato durante la giornata, non è consentito, non si può.