Secondo una nuova analisi, gli scenari più apocalittici sul cambiamento climatico non sono i più probabili. Anzi, la possibilità che gli obiettivi fissati a Parigi vengano raggiunti non è poi così astratta. O quantomeno è verosimile, con le nuove misure internazionali adottate, che non ci discosteremo troppo dal target minimo: contenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’impegno a limitare l’aumento di temperatura a 1,5°C. Al 2100 – secondo lo studio pubblicato su Environmental Research Letters da un gruppo di ricerca dell’università di Boulder – la situazione più probabile è infatti un riscaldamento compreso tra i 2 e i 3°C, con una media che si attesta a 2,2°C.
I ricercatori hanno rivalutato gli scenari dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) in funzione delle osservazioni reali degli ultimi 15 anni. In particolare, sono stati riconsiderati 1.311 scenari climatici, quelli dai quali, nel 2005, sono stati estrapolati 11 scenari principali diventati i riferimenti nei rapporti dell’Onu. Successivamente hanno confrontato le proiezioni, relative al periodo 2005-2020, con i dati reali arrivando alla conclusione che non più di 500 scenari sono stati in grado di predire accuratamente l’aumento delle temperature. In ultimo, riformulando le previsioni future tenendo conto solo degli studi più verosimili hanno ipotizzato le nuove stime. «I nostri risultati – scrivono gli scienziati – sono, con le dovute cautele, incoraggianti, sebbene limitati agli scenari precedentemente pubblicati, i quali non considerano l’incertezza sulle future emissioni di CO2 o sulla risposta climatica».
Ad ogni modo non bisogna abbassare la guardia. I ricercatori hanno infatti ricordato che l’unico modo per far sì che la tendenza da loro evidenziata non si inverta è aumentare i tassi di decarbonizzazione dell’80% rispetto al 2015. Se l’abbandono globale delle fonti fossili non tenesse questo passo, gli scenari con un riscaldamento superiore ai 3°C entro il 2100 diventerebbero nuovamente plausibili. Hanno poi precisato che le tecnologie di rimozione del carbonio (CCS), attualmente, non sono mature e che, anche lo fossero, la loro futura plausibilità tecnica e politica è stata già messa in discussione. In sostanza, per quanto ottimistiche siano le loro previsioni, dire addio ai combustibili fossili resta l’unica strada da percorrere diffidando inoltre da false soluzioni – decantate ora come non mai da tutte le grandi compagnie petrolifere – che gettano solo fumo negli occhi.
[di Simone Valeri]