Troppo caldo, poca neve e piogge più scarse che mai hanno portato l’Italia intera a un preoccupante periodo di siccità. A soffrire maggiormente di un grave calo idrico è stato il Nord Italia, con scene alquanto allarmanti. Un esempio è l’immagine del fiume Po in secca nel mese di febbraio, con una portata minima, evento raramente accaduto nello stesso periodo. Come intuibile i fiumi privi di acqua hanno importanti conseguenze sull’ecosistema, ma non solo. Il problema è anche per l’agricoltura e qualsiasi attività che abbia bisogno della forza idrica e dell’acqua in sé per poter sopravvivere.
Dal report settimanale dell’Osservatorio sulle Risorse Idriche si palesa quanto allarmante sia la situazione dei fiumi, ma è anche Copernicus, nonché l’osservatorio satellitare europeo ad allarmare riguardo la siccità in Pianura Padana. Sono state condivise delle immagini del satellite Sentinel2, volte a dimostrare la differenza tra gennaio dello scorso anno e il mese di febbraio 2022. Dalle foto satellitari condivise è palese il minore innevamento sulle montagne che circondano il Lago di Como. La quasi assenza di neve sulle Alpi è uno dei motivi per cui nella Pianura Padana, come denuncia Copernicus, esiste un allarme siccità. Al Nord Italia, oltre a una quasi totale assenza di innevamento alpino, non ci sono state piogge negli ultimi due mesi. In Piemonte le precipitazioni avvenute durante i primi mesi del nuovo anno sono del 93% inferiori rispetto alla media. Così, i fiumi Adige e Natisone stanno registrando una preoccupante portata minima, ma anche la portata idrica del Po nella città di Torino ha raggiunto valori ancor inferiori a quelli riscontrati normalmente durante l’estate. Anche la Valle d’Aosta soffre la quasi assenza di precipitazioni, visto che non ci sono piogge importanti da praticamente un mese, motivo per cui il fiume Dora Baltea ha una portata idrica dimezzata rispetto alla norma. In tutto il territorio dell’Italia settentrionale le temperature sono poi aumentate, toccando i massimi storici in Piemonte, ma anche in Liguria, regione in cui le temperature sono aumentate più di un grado e mezzo rispetto a trenta anni fa.
Per quanto riguarda il resto della penisola, la situazione è meno allarmante ma sicuramente non rosea. La Toscana prima di tutto è la regione centrale più in crisi per quanto riguarda il problema della siccità, con il fiume Arno che nel febbraio 2022 registra una portata i 13,80 metri cubi al secondo, contro la media solita dello stesso mese che è pari a 110,82 metri cubi al secondo. C’è poi il fatto che in quasi tutto il territorio dell’Emilia Romagna, sono mesi che non piove in maniera significativa. Motivo per cui i fiumi emiliani registrano in questo inverno portate solitamente tipiche per mesi ben più caldi. Storie simili per Marche e Lazio, con i livelli dei fiumi in diminuzione come non accadeva dal 2007. Anche se in maniera meno significativa, i corsi d’acqua in Campania, Basilicata e Puglia preoccupano, così come allarma la diminuzione delle piogge. A “salvarsi”, per il momento, solo l’Abruzzo, la Calabria e la Sardegna. Infatti i volumi idrici registrati nel periodo preso in considerazione non hanno subito un drastico calo come per altre zone italiane, anzi. In certi casi i valori sono addirittura superiore ad alcuni momenti degli anni precedenti. Situazioni positive che però non bastano a diminuire l’allarme generale sulla questione, con grossa parte dell’Italia che si trova alle prese con la mancanza d’acqua in una stagione, quella di fine inverno, che solitamente è contraddistinta da livelli ben maggiori.
[di Francesca Naima]