venerdì 22 Novembre 2024

Nasce il primo parco eolico marino d’Italia e dell’intero Mediterraneo

Nasce a Taranto il primo parco eolico marino d’Italia e dell’intero Mediterraneo. Il progetto, la cui installazione avverrà a 100 metri dalla costa e a 7 chilometri dalla città di Taranto, è nelle mani della società Renexia e si chiama Beleolico. Questo sarà formato da 10 aerogeneratori (turbine) per una capacità complessiva di 30 Mw, e sarà in grado di assicurare una produzione di oltre 58 mila MWh, quantità equivalente al fabbisogno annuo di 60mila persone residenti nella città. Ciò significa che, nell’arco di 25 anni di vita previsto per l’impianto, avverrà un risparmio di circa 730mila tonnellate di CO2.

Il parco ha iniziato a prendere definitivamente vita lo scorso settembre, con l’arrivo della nave cantiere e il posizionamento delle componenti del primo aerogeneratore, chiamato G07. Dopo l’infissione parziale nei fondali delle fondazioni monopalo di acciaio – lunghe 50 metri, spesse 4,5 metri e pesanti 400 tonnellate – sono state impiantate le torri, suddivise in quattro segmenti. Queste, alte circa 110 metri, serviranno a convogliare l’energia prodotta direttamente alla rete nazionale, attraverso un cavo sottomarino lungo due chilometri. Successivamente è stato il turno della prima turbina e infine, con il supporto di un sistema di gru, delle tre pale che gireranno spinte dal vento. Si stima che il parco, una volta terminato, sarà in grado di produrre 55.600 megawatt/anno, e renderà il porto di Taranto autosufficiente nella produzione energetica. 

La presentazione del progetto di costruzione di Beleolico risale al 2008. All’epoca, però, la società si è trovata costretta ad aspettare quattro anni per l’ottenimento del via libera da parte del ministero dell’Ambiente, al fine di bypassare il parere contrariato della Regione Puglia e della Soprintendenza dei beni paesaggistici. I farraginosi processi burocratici si sono moltiplicati, anche a causa dell’avversione del Comune di Taranto, il quale ha presentato ricorso al TAR di Lecce per “illegittimità del provvedimento”. Ricorso bocciato dal Tribunale pugliese e dal Consiglio di Stato nel 2015. In più, alcune associazioni ecologiste si sono dichiarate contrarie all’impianto eolico, affermando la mancata valutazione dell’impatto sul territorio, specialmente per quanto concerne delfini e uccelli abitanti dell’area. Il tutto è andato avanti fino a oggi, anche a causa della pandemia, e Beleolico segna un passo significativo del Belpaese verso gli obiettivi del Piano nazionale energetico (Pniec) e del Piano per la transizione ecologica al 2030, su rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di gas serra.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

  1. ma sicuri che la vogliamo QUESTA transizione ecologica? personalmente l’unica transizione interessante è quella che viene organizzata gestita ed effettuata da gruppi di persone che si organizzano insieme per autoprodursi l’energia. Aziende che speculano su nuove forme di produzione di energia portano ad un cambiamento solo di facciata, non hanno un reale interesse alla salvaguardia dell’ambiente (dove andranno a finire quelle pale eoliche o quei pannelli solari tra 20 anni? io un paio di idee ce le ho), lo fanno solo per mero profitto economico, è stato sempre così, perchè ora dovrebbe essere diverso? Diverso sarebbe nel caso di collettivi che si organizzano per produrre energia in modo alternativo per utilizzarla loro stessi, in questo caso le persone sarebbero le prime a volere che la costruzione, l’utilizzo e lo smaltimento dei mezzi di produzione energetici siano gestite in un modo VERAMENTE sostenibile.
    Come diceva già qualcuno, l’ambientalismo senza anticapitalismo è giardinaggio.

    PS tra l’altro l’articolo è poco chiaro, queste pale-dono del signore serviranno per il fabbisogno di 60mila persone della città di taranto o per mandare avanti il fabbisogno energetico del porto? perchè è alquanto diverso se potrebbero servire il fabbisogno di 60mila persone ma in realtà mandano avanti un sistema consumistico di movimentazione ossessiva di merci.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria