giovedì 26 Dicembre 2024

Mentre il mondo guarda all’Ucraina, Israele intensifica le violenze sui palestinesi

Anche se negli ultimi giorni l’attenzione mediatica è concentrata sulla guerra tra Ucraina e Russia, le altre guerra non vanno in vacanza. Anzi, in alcune parti del mondo sembra ci si voglia approfittare della scomparsa dei riflettori per intensificare le azioni violente. È il caso della Palestina, un conflitto di cui spesso l’Occidente perde memoria. Negli ultimi giorni tre ragazzi palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano a colpi di arma da fuoco. Non sono numeri, anche se i morti a certe latitudini rischiano spesso di diventarlo, quindi meritano di essere citati per nome: Abdullah al-Hosari, 22 anni, e Shadi Khaled Najm, 18 anni, e Ammar Shafiq Abu Afifa, 21 anni.

Non solo: nella notte tra l’1 e il 2 marzo nella parte settentrionale della Cisgiordania, le forze israeliane hanno arrestato 37 palestinesi. Tra loro anche un padre e suo figlio, la cui casa è stata più volte perquisita. E ancora. Il 28 febbraio, 7 palestinesi, tra cui anche bambini e donne, sono rimasti feriti dopo che la polizia è intervenuta per attaccare la zona di Bab al-Amud e quella della Città Vecchia di Gerusalemme. Oltre a loro sono state arrestate altre 24 persone.

 

Queste aggressioni avvengono il più delle volte senza un mandato di perquisizione, e sotto il libero arbitrio delle autorità israeliane. Seppur in territorio palestinese, spesso gli agenti si muovono con disinvoltura, ogni qual volta decidano di fare una rappresaglia.

La lista dei reati, uccisioni, violenza e arresti ai danni dei palestinesi potrebbe continuare all’infinito. Secondo la legge militare israeliana, i comandanti dell’esercito detengono la massima autorità sui palestinesi. In particolare, le forze militari possono apporre decisioni legislative e giudiziarie, che ricadono su oltre 3 milioni di cittadini che vivono in Cisgiordania.

 

Andando a ritroso nel tempo, gli abusi israeliani si fanno sempre più evidenti. Il 5 gennaio, ad esempio, la polizia ha investito un anziano attivista palestinese che tentava di evitare il sequestro di alcune auto del villaggio. Qualche giorno dopo i soldati hanno aggredito un altro uomo, lasciandolo bendato e legato. Questo è morto qualche ora dopo, colpito da un infarto.

Per questo motivo e molti altri, lo scorso martedì i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno indetto uno sciopero della fame come segno di rifiuto delle punizioni imposte dal Servizio carcerario israeliano. Ad oggi sono detenuti ingiustamente più di 4.500 palestinesi.

Karim Khan, Procuratore capo della Corte penale internazionale, nelle scorse ore ha aperto un’indagine su possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Ucraina. Una risoluzione simile è stata applicata l’anno scorso anche per i crimini commessi da Israele ai danni dei palestinesi. Il primo ministro israeliano aveva commentato dicendo che si trattava di «puro antisemitismo». La decisione della Corte potrebbe non essere abbastanza, e arrivare tardi, soprattutto perché, come dicevamo, gli abusi contro i palestinesi vanno avanti da moltissimi anni.

Quanta terra sarà ancora strappata aspettando una sentenza definitiva? Quante case distrutte? E quanti palestinesi uccisi, torturati o ingiustamente imprigionati? Quanta storia sarà ancora cancellata o rimossa dalla memoria delle persone?

[di Gloria Ferrari]

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3 Commenti

  1. gli ebrei… gli isrealiti… questa elite superumana creatasi nel tempo grazie al loro mestiere di feneratori…. quale disgrazia per l’intera umanità!
    il loro sistema della moneta a debito introdotto con falsità e inganno ha reso l’intera umanità schiava senza rendersene conto… loro, i padroni, se la godono a guardare soffrire in silenzio dei loro media i popoli….

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