Si chiama Marco Tuttolomondo, ha 49 anni ed è il primo ciclofattorino italiano ad ottenere il diritto ad essere assunto con un contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, pagato a stipendio orario e non più a cottimo. Ad emettere la sentenza il giudice del lavoro Paola Marino, del Tribunale di Palermo, che ha deliberato a favore del lavoratore nella causa contro Glovo, la multinazionale delle consegne a domicilio per la quale lavora. L’azienda, in seguito alla decisione, ha dovuto reintegrare il fattorino, che aveva fatto causa dopo essere stato disconnesso dalla app che smista gli ordini senza avviso.
Quella dei riders è una lotta che va avanti da tempo. L’ultima protesta risale allo scorso 3 novembre, nata in seguito all’accordo tra Assodelivery (l’associazione che raggruppa piattaforme come Glovo e Just Eat) e il sindacato Ugl, Il nuovo contratto – firmato con un sindacato senza rappresentanza e non riconosciuto da nessun’altra sigla – prevede ancora il pagamento a cottimo (a consegna), continua ad avere troppe poche tutele per i lavoratori, compreso il mancato inquadramento. Oggi, in Italia, sono più di 10.000 i ciclofattorini ancora costretti ad accettare questa forma di lavoro.