domenica 24 Novembre 2024

Vulvodinia: la malattia che in Italia è ancora invisibile

Alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica è stata depositata una proposta di legge per il riconoscimento di vulvodinia e neuropatia del pudendo. Malattie considerate “invisibili” perché ancora non ufficialmente riconosciute come tali. Anche se la vulvodinia, di cui soffre in media una donna su sette, è stata appena riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità nell'ultima revisione della classificazione internazionale delle malattie. Da gennaio 2022 rientra nell'ICD-11, categoria che riunisce il dolore correlato alla vulva, alla vagina o al pavimento pelvico. Un motivo in ...

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13 Commenti

  1. Sono molto colpita negativamente dalla maggior parte dei commenti qui letti. Qui si parla di una malattia, non si parla né di politica, né di femminismo, né di sessismo. Si tratta di riconoscere una malattia che esiste, che colpisce in Italia migliaia di persone (femmine, certo, perché la vagina ce l’ha la donna), ma di malattia si tratta. Il problema, come afferma correttamente Loretta, è la scarsissima cultura dei medici, che invece di studiare la medicina ogni giorno, spesso si affrettano a bollare come immaginarie le cose che non conoscono semplicemente perché sono ignoranti e superficiali. Non ci si prende gioco delle persone che stanno male, uomini o donne che siano, un po’ di rispetto, per favore! Vorrei vedere voi se doveste combattere tutti i giorni con questa infiammazione che colpisce la vostra intimità!

    • E da quando in qua c’è bisogno del parlamento per riconoscere una nuova malatia?
      Ma non si rende conto che è un’operazione di facciata, strumantale, per farsi un pò di pubblicità e distrarre dalle questione dove il parlamento dovrevrebbe davver intervenire?
      Siamo in guerra con la Russia e il parlamento non ha osso un dito.
      Ma si rende conto ?

  2. Vorrei che venisse riconosciuto anche il fracasso scrotale come malattia invalidante e state a casa a carico della comunità…chi si incarica di portare avanti questa proposta? Se la cosa non è oggettivabile non si può fare niente, altrimenti su 2 vere sofferenti ne troviamo 10 finte. Purtroppo ormai sono pessimista fino al midollo, visto cosa ci hanno propinato nell’ultimo periodo!

  3. Tutto quadra come al solito.
    Strumentalizzazione di un problema esistente, sponsorizzato da ” influencer” che sicuramente non rappresentano il mondo felice che vorrei, solita retorica della donna che vuole essere libera dagli stereotipi tradizionali soprattutto legati alla procreazione e sessualità.
    Chissà come mai vedo sempre all orizzonte la legalizzazione dell ‘utero in affitto o utero artificiale.
    Come donna non vedo necessità di reclamare se non solo il riconoscimento dell essere donna e dell essere uomo con naturali differenze, non certo che la politica, che È ordine costituito, mi manovri in una ribellione interessata da se stessa pianificata.

  4. È una malattia che come tale va affrontata dal medico e non dal politico.
    Essendo poi una nevralgia non è per sua natura oggettivabile e quindi non c’è possibilità di riconoscerla come invalidità.

    • E che poteva dire un uomo?
      Ha letto l’articolo??? La politica deve inserire qs disagio tra le “malattie” e solo qs (oltre che il medico ovviamente) potrà dare a chi ne soffre la tutela del caso.

  5. A me pare proprio ridicolo che di un problema medico se ne occupi la politica, mentre i ginecologi non sanno neanche cos’è questa malattia e chi ne soffre deve cercare uno dei pochissimi specialisti in questo paese che hanno avuto la voglia di approndirlo e hanno messo a punto terapie adeguate. I categoria medica dovrebbe tenersi aggiornata continuamente, invece non fa altro che ricevere gli informatori dei fasci e farsi raccontare le loro storielle, questa é la formazione medica… Vergognoso come tutto in questo paese che é un semi dittatura

  6. Secondo me sarebbe un po’ ora di smettere di dare sempre la colpa al famigerato dominio maschile…credo che se fosse possibile fare una statistica libera da pregiudizi e stereotipi salterebbero fuori molti più uomini di quanto si crede che auspicano un risveglio e una piena accettazione della donna riguardo la propria sessualità. Spesso temo sia proprio la diretta interessata ad averne paura per prima (per colpa dell’uomo? Pur se esistono esempi in questo senso non credo sia possibile generalizzare in questo modo).

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