Il tribunale di Ankara ha decretato altri 337 ergastoli per il maxi processo relativo al tentato colpo di stato del 15 luglio 2016. Tra questi, sono stati incriminati quattro “imam civili” per i legami con i gulenisti – sostenitori di Fethullah Gulen, ex alleato del capo dello Stato Recep Tayyip Erdogan, accusato di essere la mente dei fatti del 2016. Gulen si trova negli Stati Uniti, le cui autorità continuano a rifiutarne l’estradizione in Tuchia.
79 degli ergastoli aggravati sono stati comminati per omicidio, tentativo di assassinare il presidente e di rovesciare l’ordine costituzionale. Stessa sorte è stata stabilita per 21 ex alti ufficiali delle forze armate e piloti ritenuti colpevoli di aver bombardato luoghi simbolo, tra cui il Parlamento. Altri 60 sono stati condannati a pene minori e 75 assolti.
Il tentato golpe provocò circa 220 morti e migliaia di feriti, furono uccisi circa 30 golpisti. Quella notte, l’allora capo militare della Turchia, il generale Hulusi Akar e altri comandanti furono tenuti prigionieri per diverse ore nella base aerea di Akinci utilizzata come quartier generale dai golpisti. Il processo venne aperto il 1° agosto 2017 ed ora, a oltre 4 anni dal golpe, i processi sono 289, per un totale di oltre 4.100 persone condannate, di cui già circa 2.500 alla pena dell’ergastolo.