venerdì 22 Novembre 2024

Niente accordo sul grano: Mosca e Kiev giocano al disastro

Nelle scorse ore si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra i rappresentanti di Ankara e Mosca incentrato sull’obiettivo di trovare un accordo capace di sbloccare gli approvvigionamenti di grano fermi in Ucraina. Kiev non era presente ed è stata informata successivamente dalla parte turca. A riguardo, l’ambasciatore ucraino ad Ankara ha sottolineato l’importanza del ruolo di mediazione ricoperto dalla Turchia tra i due paesi. Nonostante ciò, le posizioni restano lontane, con richieste non accettabili da ambo le parti. Da un lato, Mosca chiede lo sminamento al largo di Odessa (che potrebbe tradursi in un attacco navale da sud); dall’altro, Kiev chiede la presenza delle navi NATO come garante per l’uscita degli approvvigionamenti dai porti. Una strada non percorribile per i russi visti i rapporti con l’Alleanza Atlantica.

Per il momento, dunque, il compromesso resta lontano, così come la sicurezza alimentare per milioni di persone nel mondo, che dipendono dal grano esteuropeo per il sostentamento. Il segretario delle Nazioni Unite António Guterres ha chiesto ai leader europei e non solo di contribuire a trovare un accordo «che consenta l’esportazione sicura di alimenti prodotti in Ucraina attraverso il Mar Nero e l’accesso ai mercati globali per alimenti e fertilizzanti russi». Si tratta di «una misura essenziale per centinaia di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, anche nell’Africa subsahariana». Attualmente, sono gravemente esposti alla crisi 94 paesi, dove vivono circa 1,6 miliardi di persone. Prima dell’invasione russa, l’Ucraina esportava circa 6 milioni di tonnellate di cereali (soprattutto grano) al mese, soddisfacendo la domanda crescente di decine di paesi nel mondo attraverso la rotta commerciale del Mar Nero, attualmente bloccata dalla marina russa. L’obiettivo dei paesi occidentali, su spinta delle Nazioni Unite, è di sbloccare almeno 20 milioni di cereali entro la fine di luglio, ma le posizioni restano lontane. Oltre all’export alimentare, il piano in lavorazione all’ONU riguarda anche la sicurezza delle rotte mercantili sul Mar Nero, perché in Ucraina sono bloccati cereali, ma anche metalli, acciaio. L’idea è creare un meccanismo di cooperazione coordinato dalle Nazioni Unite con la marina di Ankara a fare da scorta alle navi e un centro di comando a Istanbul.

Nell’attesa di un compromesso generale, qualcosa si starebbe muovendo sugli approvvigionamenti provenienti dalle zone di territorio ucraino occupate dall’avanzata russa. Nella giornata di ieri, stando alle dichiarazioni dell’agenzia Interfax, sarebbe infatti partito da Melitopol un primo treno carico di grano (definito “grano rubato” dagli ucraini) verso la Crimea. Si tratta tuttavia di un passo insufficiente sotto diversi punti di vista, che sottolinea la distanza fra le parti e non risolve la ormai dilagante insicurezza alimentare.

[Di Salvatore Toscano]

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1 commento

  1. Non c’è interesse,solo quello di far morire di fame milioni di persone, prima in Africa, poi in altri paesi poveri.CRIMINALI

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