Nei mesi scorsi, la Commissione europea ha dichiarato di non poter recuperare i messaggi di testo che la presidente Ursula Von der Leyen ha scambiato con l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla nel corso dei negoziati sulla fornitura all’UE di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid. Mercoledì, il Mediatore europeo, l’organo che ha il compito di indagare sulle denunce relative a casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni dell’Unione, ha pubblicato un documento nel quale la Commissione ha rivendicato il proprio diritto a non conservare le registrazioni dei messaggi di testo della Von der Leyen, in quanto comunicazioni di natura “breve ed effimera” e per questo non contenenti “informazioni importanti su politiche, attività o decisioni della Commissione”. Il Mediatore ha definito le affermazioni della Commissione “problematiche su diversi punti”, non rilasciando per il momento ulteriori commenti.
La controversia risale ad aprile 2021, quando in seguito a un articolo del New York Times in cui veniva appunto riferita la notizia dello scambio di messaggi tra la Von der Leyen e Bourla, la Commissione europea ha ricevuto la richiesta di accedere pubblicamente ad essi. Tuttavia, l’istituzione di Bruxelles ha fatto sapere di non poter fornire l’accesso a nessuno dei messaggi non essendo questi ultimi stati conservati e, dunque, non avendone traccia. Per questo motivo, è stata effettuata una denuncia presso il Mediatore europeo, che ha deciso di avviare un’indagine lo scorso 16 settembre. Il denunciante ha basato la sua richiesta sul fatto che gli sms rientrerebbero nel concetto di “documento” previsto dal regolamento 1049/2001, il quale stabilisce che in caso di mancata diffusione pubblica i richiedenti possono rifarsi all’organo di controllo. Da notare come circa un terzo delle indagini che il Mediatore europeo svolge ogni anno riguardano la mancanza o il rifiuto di fornire informazioni.
La decisione finale dell’organo di controllo dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e includerà «un’analisi completa dell’accaduto». L’esito delle indagini ha valore di raccomandazione, rientrante dunque nella categoria del soft law o comunque del diritto non vincolante, che viene inviata all’istituzione o all’organo interessato che dispone di tre mesi per comunicare il proprio parere. Se l’ente non accetta le raccomandazioni proposte, il Mediatore può redigere una relazione speciale da presentare al Parlamento europeo, il quale può a sua volta elaborare una relazione e sottoporre la questione all’Aula. S’intende, dunque, che la strada più rapida ed efficace sia quella dell’accettazione da parte della Commissione delle raccomandazioni che arriveranno dal Mediatore. Una strada che comunque non porterà alla pubblicazione degli scambi tra Ursula Von der Leyen e Albert Bourla, visto che da Bruxelles fanno sapere che dei messaggi non è rimasta alcuna traccia, nonostante l’argomento e il periodo delicati e l’ampia discrezionalità del concetto di “informazioni importanti su politiche, attività o decisioni della Commissione”.
[di Salvatore Toscano]
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