domenica 24 Novembre 2024

I jet dei ricchi vanno fermati: la Francia ci pensa

L’1% della popolazione è responsabile del 50% delle emissioni di tutta l’aviazione. Questo è il dato sui movimenti aerei dei jet privati di miliardari, usati spesso per brevi tragitti, che ancora una volta sottolinea la sproporzione nello stile di vita e nell’impatto ambientale tra la maggior parte della popolazione e una piccola percentuale di ricchi, talvolta gli stessi che sui social non esitano a parlare di ambiente e crisi climatica. Usando per sole quattro ore un jet privato si provocano le emissioni che le attività di un comune cittadino generano in un anno. L’uso di jet privati continua ad aumentare accompagnando la sempre maggiore disuguaglianza sociale, al punto che in Europa il loro utilizzo è cresciuto notevolmente rispetto al periodo prepandemico e in alcuni Paesi, a cominciare dalla Francia, si ragiona sulla necessità di regolamentare il loro utilizzo. 

Secondo il rapporto di Transport and Environment, una federazione di ONG europee che si occupa di mobilità sostenibile, in una sola ora un singolo jet privato può emettere due tonnellate di CO2, mentre una persona media dell’Unione Europea ne emette circa 8,2 nel corso di un intero anno. Complessivamente i voli privati inquinano, per passeggero, dalle 5 a 14 volte in più degli aerei commerciali e 50 volte in più rispetto ai treni. Numeri non trascurabili, se si pensa che il settore aereo è uno tra i più inquinanti tanto da contribuire, stando ai dati pre-Covid, al 2,14% delle emissioni totali.

C’è di più: il trend è in crescita. L’inquinamento causato dai voli dei vip è peggiorato anno dopo anno, per la precisione con un incremento del 31% per CO2 rilasciata tra il 2005 e il 2019. Solo l’arrivo del Coronavirus ha arrestato per qualche mese questa tendenza, per poi riprendere a pieno regime anche molto più in fretta rispetto al traffico dei voli di linea.

Sempre considerando il periodo pre-pandemia, i principali responsabili dell’inquinamento da trasporto aereo sono stati gli Stati Uniti (22,8% delle emissioni) e l’UE (19,3%), che immettono nell’atmosfera un totale di 330,9 milioni di tonnellate, tre volte la Cina. L‘Occidente è la causa principale delle emissioni globali di carbonio legate all’aviazione, che evidenziano una chiara disuguaglianza in termini di emissioni tra le aree geografiche. Guardando il dato più da vicino, però, emerge un altro aspetto. Prendendo come esempio gli Stati Uniti, il maggior responsabile dell’inquinamento da trasporto aereo del pianeta, si può notare come l’uso dei voli commerciali statunitensi stia diminuendo del 13% rispetto ai livelli pre-pandemia, mentre il traffico aereo privato è in realtà più elevato, per l’esattezza del 15%. Negli Stati Uniti la gente comune vola meno di prima della pandemia, mentre i miliardari volano – e inquinano – di più.

Questi dati sono arrivati anche sui social, ad esempio attraverso l’account @laviondebernard, che segue il jet privato di Bernard Arnault, patron di LVMH e terzo uomo più ricco del mondo, nei suoi movimenti e relativo impatto ambientale, oppure il profilo @jetdeiricchi, che applica questa stessa idea all’Italia, con l’obiettivo di “dare una dimostrazione tangibile dell’impatto inaccettabile dell’1% della popolazione”. Per i calcoli @jetdeiricchi fa riferimento al tracker OpenSkyNetwork, che utilizza la tecnologia di tracciamento ADS-B per seguire gli spostamenti di tutti i velivoli del mondo. A partire da questi dati, l’account calcola le emissioni di C02 dei velivoli basandosi su il tempo di volo di ogni viaggio, il consumo medio di carburante del velivolo e il fattore di emissione del carburante, ovvero il kerosene per l’aviazione, pari a 3,06 kgCO2/litro. 

Grazie a questi profili social e all’attenzione crescente sull’ambiente, sta aumentando la consapevolezza generale rispetto al tema, tanto che moltissime celebrità sono state prese di mira per aver sfoggiato l’uso dei propri jet. “Vuoi prendere il mio o il tuo?” ha scritto l’imprenditrice e modella Kylie Jenner sotto una foto in cui si bacia con il marito e rapper Travis Scott, proprio di fronte ai loro due aerei personali. Lo scatto ha ricevuto moltissime critiche e commenti negativi, tra cui quello di un utente che diceva “perché devo limitare il mio consumo di carne e usare cannucce di carta mentre l’1% può pompare tonnellate di carbonio nell’atmosfera per una gita di un giorno a Palm Springs?”. 

Uno screenshot del post Instagram di Kylie Jenner

Guardando il nostro Paese, la famosa coppia Chiara Ferragni-Fedez è stata presa di mira per aver volato con un jet privato verso la destinazione delle loro vacanze, Ibiza. Al di là delle singole foto, rimane cruciale proprio il punto che si sottolineava sotto al post di Kylie Jenner: che senso hanno le singole azioni di molti se vengono spazzate via dall’impatto che hanno pochissimi?

Spesso, infatti, si tende a sottolineare il ruolo che ognuno di noi ha nella lotta al cambiamento climatico, attivando anche un meccanismo di senso di colpa in chi non vi aderisce completamente. Senza voler minimizzare l’importanza dei singoli gesti, è evidente come la soluzione per un minor impatto ambientale (nel caso dei voli commerciali/privati, ma non solo) vada cercata anche e soprattutto altrove. 

Fortunatamente qualche Paese si sta mettendo in moto in questa direzione. Una delle nazioni più interessate dal fenomeno, la Francia, che nel 2019 ha avuto 1/10 del totale dei voli privati (metà dei quali ha percorso meno di 500 chilometri), vuole regolamentare i jet di vip, politici ed imprenditori. Julien Bayou, leader nazionale dei Verdi francese a settembre presenterà una proposta di legge per vietare tali voli. Secondo Bayou, «è una questione di giustizia. Come si può chiedere alla popolazione tutta di impegnarsi, e come immaginare una transizione giusta, se i più ricchi sono completamente esenti da tutto?». Più moderata, invece, la proposta del ministro dei Trasporti francese Clément Beaune, che vorrebbe semplicemente regolamentare il traffico di aerei privati. In Italia ha lanciare il dibattito a livello politico ci hanno provato le formazioni di Sinistra Italia-Verdi Europei e Unione Popolare, ma le reazioni sono state tutto fuorché incentrate alla serietà del tema, con Matteo Renzi, ad esempio, che ha accusato i due partiti di essere “sovietici” e di voler vietare la proprietà privata. 

Ancora non sono chiari, quindi, i provvedimenti che verranno presi ma sembra un piccolo passo per iniziare a riequilibrare quel rapporto 1-50. 

[di Sara Tonini]

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5 Commenti

  1. Grazie a l’ignoranza umana che non è in grado di capire che l’inquinamento è dato da jet privati,che inquinano come un privato cittadino nel corso dell’anno, surriscaldamento globale,produzione di prodotti sempre più realizzatidalle multinazionale
    con materiali altamente inquinanti,spreco inutile di milioni di mascherine e guanti in ambito farmaceutico,e poi cosa fanno sti stronzi ,ci penalizzano a noi che inquiniamo con la nostra auto.merde parassiti elette de mirda,zerbini servitori di questo schifo di sistema.fate vomitare

  2. Non ho facebook non ho Twitter, Instagram, tiktok e altre amenità varie, leggo l’indipendente e spero di riuscire a farmi influenzare il meno possibile, direi che vivo bene lo stesso, ma ormai ho sessanta anni, forse ragiono da vecchio (saggio?).

  3. Quello che mi stupisce di più ( ma neanche tanto, considerati i cervelli in giro) è che la massa che dovrebbe odiare e schifare tali profittatori che si arricchiscono sulle spalle della maggioranza, in realtà li idolatrano li stimano, li seguono, diventano loro incalliti follower magari, contribuendo al loro ulteriore arricchimento. Siamo alla frutta ormai.

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